Sede Asl via da Terni, protesta a Palazzo Spada. Consiglieri: ”Respingiamo ipotesi trasferimento”

“Il Consiglio comunale di Terni respinge ogni ipotesi di trasferimento ad altra sede delle direzioni amministrative dell’Ausl Umbria n.2 e delle loro relative articolazioni operative”. E’ questo il messaggio principale contenuto in un atto di indirizzo approvato nel corso della seduta consiliare di oggi. Con questo documento il Consiglio rifiuta quindi la decisione della Regione Umbria che, nell’ambito della riforma sanitaria che dimezza le Asl (che passano da 4 a 2), affida la sede amministrativa e le principali direzioni a Foligno (qui l’articolo). Un documento che il Consiglio ha votato sulla spinta di una manifestazione organizzata da Uil per la difesa della sede Asl che ha visto la partecipazione di un centinaio di cittadini.

Dai rappresentati del sindacato, che sono anche stati ricevuti dal sindaco e dalla conferenza dei presidenti, trapela soddisfazione e cautela: “L’immediata iniziativa della Uil a Palazzo Spada ha prodotto un primo risultato: si terrà lunedì 24 gennaio un Consiglio comunale straordinario per ribadire che la sede Asl non può essere che Terni. Un risultato importante, grazie anche alla mobilitazione dei cittadini da noi promossa . Molti consiglieri hanno presentato ordini del giorno che vanno nella direzione da noi auspicata”. Il segretario di Uil Terni aggiunge: “Sia chiaro che è un risultato importante ma non basta. Ci dovranno essere comportamenti convinti, coerenti e conseguenti. La Uil si è messa a disposizione delle istituzioni locali per sostenerle in una battaglia di tutela del territorio avvertendo tuttavia che in ogni caso andrà avanti comunque”.

Prima dell’approvazione del documento, diversi gruppi consiliari avevano presentato molti atti, proprio in merito alla questione della riforma del sistema endoregionale della sanità e sull’ubicazione delle nuove sedi dell’Asl. In particolare si trattava di atti presentati da Giocondo Talamonti (anche a nome di Campili dell’Idv e Luzzi della FdS), Leo Venturi di Terni Oltre (anche a nome di Melasecche dell’Udc), Federico Salvati del PdL (anche a nome di Brizi), Sandro Piccinini (Pd), David Tallarico di Progetto Terni-Città Aperta (anche a nome di Aquilini e Chiappalupi), Riccardo Giubilei (anche a nome di Finocchio, V. Orsini, Teofrasti, Trivelli, Nardini e Tabarrini).

Nell’atto d’indirizzo condiviso, approvato senza dibattito, è previsto l’impegno di convocare una seduta straordinaria del Consiglio comunale la prossima settimana sulla questione delle sedi Asl, anche con la presenza di rappresentanti istituzionali della Regione. Nello stesso documento si legge che “il Consiglio comunale di Terni, nel ribadire la propria determinazione nel difendere il ruolo della città e del suo territorio, nell’ottica di una regione basata su due capoluoghi di provincia, respinge ogni ipotesi di trasferimento ad altra sede delle direzioni amministrative dell’Ausl Umbria n.2 e delle loro relative articolazioni operative. A seguito della presentazione di numerosi atti concernenti il tema della riforma sanitaria tutti convergenti verso lo stesso obiettivo di salvaguardia e valorizzazione della sede Asl di Terni – si legge ancora nell’atto – il Consiglio comunale stabilisce fin d’ora la convocazione entro la prossima settimana di una seduta straordinaria sul tema della riforma sanitaria umbra e della sua applicazione, alla presenza dei vertici istituzionali della regione dell’Umbria, utilizzando i giorni che precedono la convocazione della seduta per effettuare tutte le necessarie audizioni con i vertici sanitari e sindacali”.

Di fronte alla possibilità di perdere la sede Asl, hanno usato toni particolarmente duri e critici i consiglieri comunali Leo Venturi (Terni Oltre) e Giocondo Talamonti (Gruppo misto). Per Venturi “il trasferimento della direzione Asl a Foligno rischia di essere l’ultimo atto di una Caporetto annunciata della città che continua ad essere espropriata di ruoli e competenze a vantaggio di altre realtà territoriali dell’Umbria. Il buonismo del Sindaco non è più sopportabile o dimostra di saper difendere la città o lasci il campo perché non possiamo permetterci un atteggiamento accondiscendente nei confronti della Regione che ci ha già condotto in una situazione che ha superato il limite della sostenibilità per la nostra comunità”.

Per Talamonti “se qualcuno pensa che i ternani siano cittadini da prendere in giro ha sbagliato indirizzo. C’è da scommettere che una furbastra soddisfazione sia stampata sui volti dei soliti noti che, dietro il paravento di un atto di equa spartizione, hanno accontentato Foligno con un misero ufficietto amministrativo. Separare la sede legale con quella amministrativa – afferma ancora il consigliere – non è solo fuori di ogni logica, ma suona offensivo dell’intelligenza dei ternani. Dire che la sede resta a Terni, ma che la gestione la fa Foligno, non è un compromesso politico. E’ un atteggiamento arrogante, in linea con quello tenuto da Perugia fin dalla costituzione della provincia ternana e sul quale con troppa colpevolezza Terni ha ingenuamente chiuso sempre gli occhi. Ma adesso basta! Questa ulteriore insolenza è pura provocazione; e alle provocazioni occorre reagire. Non è una dichiarazione di guerra – precisa Talamonti – ma piuttosto un invito ai ternani, rappresentanti della volontà popolare nelle istituzioni, a far sentire la voce dei concittadini, stufi di essere oggetto di decisioni simili. Facciamo affidamento sul sindaco Di Girolamo, perché faccia valere, nelle sedi opportune il diritto della cittadinanza a pretendere un doveroso rispetto. Si invitano tutti a non soffocare le voci di protesta con la scusa di dover praticare risparmi attraverso i tagli imposti dall’alto. Ogni giustificazione che si richiami ai dettami della spending review – conclude Talamonti – non può valere solo per una parte degli umbri”.

 

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