Sequestrata raffineria di Terni: era al centro di contrabbando prodotti petroliferi
I militari hanno accertato un consumo in frode di ulteriori 490 tonnellate di prodotti petroliferi (corrispondenti a circa 587mila litri) e denunciato tredici persone per associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi, arrestandone due in flagranza.
Gli investigatori sono riusciti a individuare i componenti dell’organizzazione criminale e a monitorarne il modus operandi attraverso il pedinamento delle autocisterne ritenute sospette, che partivano da depositi di Napoli e mutavano in itinere il percorso effettivo rispetto a quello previsto dalla documentazione di accompagnamento, raggiungendo al termine del viaggio depositi clandestini e compiacenti dove procedere allo scarico e al successivo smistamento del prodotto in contrabbando.
L’organizzazione, ben radicata non soltanto in Campania ma anche in altre Regioni, come Lazio, Abruzzo e Umbria, acquistava il prodotto petrolifero evadendo le imposte in quanto formalmente destinato a una raffineria di Terni o ad altri depositi fiscali, che poi veniva, di fatto, destinato ad altri soggetti economici (depositi e distributori stradali) compiacenti, nel teramano e nel salernitano, per essere successivamente commercializzati al dettaglio (appunto in evasione d’imposta).
Dell’organizzazione criminale faceva parte anche l’amministratore legale della raffineria ternana (poi interamente sequestrata), che, secondo i finanzieri, consentiva di movimentare ingenti quantità di prodotto petrolifero in contrabbando, peraltro fornendo ai fornitori congrue garanzie fideiussorie in ordine alle accise da versare ed al buon esito delle operazioni.