Sindacato dei fioristi di Terni contro la vendita abusiva dei fiori
“L’abusivismo è una piaga da curare, anche l’8 marzo hanno imperversato venditori privi di autorizzazione”. Così il sindacato si è espresso sulla questione sottolineando che si è assistito “alla vendita abusiva di mimose ad ogni semaforo della città”.
“Subito i colleghi – si legge nella nota – hanno allertato l’associazione e, soprattutto, il comando dei vigili urbani. Ma le rassicurazioni e le promesse di immediato intervento non hanno sortito l’effetto dovuto perché, nella realtà, la vendita abusiva è proseguita fino a tarda sera. Ora, pur comprendendo perfettamente che stroncare in un batter d’occhio un fenomeno così diffuso non è facile, chiediamo che la legalità venga in qualche modo garantita, magari provvedendo al sequestro della merce ai quei venditori che non posseggono le autorizzazioni e che quindi non pagano le tasse”.
Secondo il sindacato “al danno dei mancati incassi, si é aggiunta successivamente la beffa: il giorno dopo, infatti, gli organi di informazione hanno dato ampio rilievo ai verbali che la guardia di finanza ha elevato a cinque colleghi fioristi (tra i quasi cento che operano sul territorio comunale) per l’omesso rilascio di scontrini”. “Ovviamente il nostro sindacato – continua la nota – non contesta le sanzioni nei confronti di chi ha sbagliato, ma appare lecito chiedersi e chiedere: e le decine di venditori di mimose e fiori che erano in ogni angolo della città quanti scontrini hanno omesso di emettere?”.
Quanto accaduto per la festa della donna è secondo il sindacato dei fioristi “solo un’occasione per rimarcare questo fenomeno che ha superato il livello di guardia. Perché è ad ogni evento che vede nel fiore l’omaggio preferito, che siamo costretti a subire il proliferare dell’abusivismo, che si ripete anche in occasione di matrimoni, cresime e cerimonie in genere con persone non aventi titolo che eseguono addobbi rigorosamente in nero. E tutto questo alla fine – conclude il comunicato – non è un danno solo per la nostra categoria, ma per l’Erario e quindi per ogni cittadino”.