Staminali per malati di Sla, trapianti effettuati all’ospedale di Terni: bene la prima fase
Le cellule staminali cerebrali sono state espiantate dal cervello di feti morti per cause naturali, moltiplicate in laboratorio dall’equipe di Vescovi, quindi, nei mesi scorsi, trapiantate nella zona lombare della spina dorsale di sei pazienti malati da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). I trapianti sono stati effettuati presso l’ospedale Santa Maria di Terni. Oggi sono stati illustrati i risultati di questa fase uno del trial clinico: non sono stati rilevati eventi avversi importanti imputabili alla procedura chirurgica o alle cellule trapiantate. Insomma, non si è registrata nessuna rilevante controindicazione. Alla luce di questi risultati, ha sottolineato Vescovi, l’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia italiana del farmaco hanno autorizzato l’avvio della seconda parte della sperimentazione che prevede il trapianto in zone più alte del midollo spinale: la regione cervicale.
Vescovi. “Siamo soddisfatti e orgogliosi di aver mantenuto la promessa fatta ai nostri sostenitori, ai malati e alle loro famiglie di avviare una sperimentazione clinica di terapia cellulare sulla Sla” ha affermato Angelo Luigi Vescovi. “Il nostro è uno studio sperimentale condotto secondo i più rigorosi criteri scientifici ed etici, per una malattia neurologica mortale. La sperimentazione – ha sottolineato – viene svolta secondo la normativa internazionale vigente, con certificazione Aifa, confermando l’Italia fra i paesi che fanno ricerca e sperimentazione d’avanguardia nell’ambito delle staminali”.
Ciò che ha mosso l’equipe di ricercatori, che opera presso i laboratori dell’azienda ospedaliera di Terni, è la scoperta (avvenuta su modello animale) che l’inoculazione di cellule staminali in aree interessate da una patologia blocca il progredire della patologia stessa. La prima fase della sperimentazione è stata tuttavia orientata esclusivamente alla valutazione della sicurezza delle procedure di trapianto e dell’innocuità delle cellule innestate. “Non si e’ trattato – ha precisato ancora Vescovi – di valutare l’efficacia del trapianto per influenzare il decorso della malattia nè, tantomeno, di trovare già una cura per la Sla. Il passo successivo – ha proseguito – sarà avviare la seconda fase della sperimentazione, aumentando il numero di pazienti e la frequenza degli interventi (uno ogni due/tre settimane invece che uno circa al mese) ed eseguendo il trapianto nella regione midollare cervicale, più complesso ma diretto a una regione del midollo più rilevante per il decorso della malattia e quindi foriero, da un punto di vista terapeutico, di risultati più promettenti”.
Paglia. Tanto Vescovi quanto l’ex vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, attuale presidente del Pontificio consiglio per la famiglia e dell’Associazione Neurothon, hanno posto l’accento sulla necessità che ricerche come quella presentata oggi continuino ad essere finanziate, per il valore scientifico che hanno e, ancor più, perché riguardano la salute e il futuro di migliaia di pazienti. “La ricerca del professor Vescovi – ha commentato Paglia – è unica nel suo genere. Le malattie neurodegenerative sono terribili e c’è bisogno di tanta solidarietà, verso i malati e le loro famiglie. Per continuare – ha concluso – questo progetto ha bisogno dell’aiuto di tutti quanti vogliano contribuire a dare a chi ne ha bisogno la speranza di una cura”.
Lorenzin. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha affermato: ”Sono fiera di essere qui, come Ministro e soprattutto come italiana sono felice di ascoltare dati che ci forniscono speranze e di potere vedere i documenti che mostrano le evidenze scientifiche a supporto di tali dati”.
”I risultati su sei pazienti illustrati oggi – ha detto Lorenzin – ci forniscono la certezza di capacità della ricerca italiana, unica nel mondo; di certezza sulla sussidiarietà del reperimento dei fondi grazie alla grande capacità di reperire risorse da parte di chi ha un progetto scientifico credibile. Raggiungiamo risultati notevoli in un campo dove ci sono moltissime aspettative e ho notato che tali dati, pur significativi, non sono stati presentati come elemento salvifico contro tutti i mali. Questo elemento di responsabilità dovrebbe indurre a una riflessione, anche nel rapporto tra ricerca scientifica, media e politica”.
Lorenzin ha infatti sottolineato come ”il legislatore deve assumere delle scelte, anche in materie così delicate, che richiedono grande ponderazione. Da politici – ha aggiunto – dobbiamo interrogarci su come andare alla velocità del progresso scientifico confrontandoci apertamente anche sui temi che riguardano l’etica e la sostenibilità. Da oggi lo facciamo con concrete speranze di dare un rimedio a malattie fino a ieri ritenute incurabili”.