Tassa Tevere-Nera, lunedì protesta in Consiglio comunale. Venturi: ”Sindaco succube della Regione”
Infatti, torna a spiegare Venturi, “la Regione non applica la legge del dicembre 2011 con la quale doveva togliere le competenze ai consorzi, il Sindaco di Terni non sostiene concretamente l’Atto di Indirizzo approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale contro la tassa a difesa dei diritti dei cittadini ternani. Mentre la politica latita e chiude gli occhi di fronte ad un’ingiustizia, il Consorzio rastrella soldi dalle tasche dei cittadini. Terni sempre più ‘colonia’ di Perugia, sola e abbandonata al suo destino con le istituzioni incapaci di difenderla”. Proprio perché “non è più accettabile questa situazione” invita tutti i cittadini a partecipare all’incontro di Palazzo Spada.
Pieno appoggio all’iniziativa arriva dal consigliere comunale e segretario provinciale Udc, Enrico Melasecche, che giudica la tassa Tevere-Nera come l’esempio più tangibile “della politica che in modo spavaldo se la ride alla grande del popolo”. Melasecche accusa duramente i rappresentati istituzionali ternani: “Dopo 10 anni di beffe, in cui i ternani, i narnesi, gli amerini, ecc. sono stati presi in giro, anno dopo anno, ricorso dopo ricorso, raccolta di firme dopo raccolta di firme, da sindaci, da consiglieri regionali che a Terni facevano finta di essere d’accordo con le giuste rivendicazioni della gente ma a Perugia votavano poi in giunta a favore del mantenimento della Tassa Tevere Nera o, furbescamente, uscivano per non farsi smascherare; la misura è colma”.
“Oggi – continua Melasecche – tutti tacciono di fronte a questa clamorosa presa in giro: il Sindaco che non dice una parola contro i suoi amici di Perugia per difendere la città anche perché ha messo nella propria lista Città Aperta (ben nota per finanziamenti vergognosi a favore di una ristrettissima cerchia di suoi ‘amici di merende’) proprio una parente strettissima del presidente del Consorzio per cui si spalleggiano a vicenda”. Per il consigliere tace anche “l’unico assessore regionale di Terni, Gianluca Rossi, che studia come andarsene a Montecitorio invece di mantenere fede ad un impegno preso con chi gli ha comunque consentito, senza preferenze, di sedere comodamente a Palazzo Donini”; non sono esenti da colpe nemmeno “i consiglieri regionali tutti, i ternani in particolare, di maggioranza soprattutto ma anche di opposizione che dovrebbero, per decenza, pretendere dalla Presidente Marini, un minimo di assolvimento ad un dovere istituzionale”; infine “non parliamo del Presidente Polli angosciato da ben altri problemi personali di perdita della poltrona che, mai come in questa occasione, aveva l’occasione per dimostrare l’utilità dell’esistenza dell’Ente Provincia”.
Il consigliere afferma quindi: “Adesso la parola passa alla gente che per un’euro di tassa è costretta a pagare dalla voracità del Consorzio ben altri quindici euro di spese ed ammennicoli vari. Lunedì in Consiglio se qualcuno, in assenza di Grillo e dei grillini che su questo scandalo stranamente tacciono, in assenza di Vendola e dei vendoliani che, abbarbicati al potere, stanno in silenzio a guardare, in assenza dei dipietristi che, anch’essi, con assessori e consiglieri ovunque, fanno finta di non capire cosa sta succedendo, dovesse mandare a quel paese elegantemente i responsabili di questa colossale presa in giro, la colpa è della gente o di chi non muove foglia, pur potendolo, per far cessare questa odiosa pantomima?”