Terni, 46enne ternano uccise amante rumeno: condannato a 16 anni di carcere
Il giudice ha così accolto la richiesta del pm Elisabetta Massini, che aveva chiesto che le attenuanti generiche, in particolare per la collaborazione dell’indagato nel ritrovamento del cadavere, fossero ritenute prevalenti sulle aggravanti escludendo la premeditazione del delitto. Il giudice ha anche disposto il risarcimento in separata sede per la madre, il fratello e la sorella della vittima, costituiti parte civile, riconoscendo una provvisionale di 50 mila euro ciascuno. ”
Gli avvocati Francesco Mattiangeli e Vittorina Sbaraglini, difensori dell’imputato, hanno commentato: “Per noi è una sentenza molto equilibrata c’è in particolare soddisfazione sul fatto che sia stata esclusa l’aggravante della premeditazione, che ritenevamo non sussistere. Ci riserveremo comunque la possibilità di fare appello”.
Secondo l’avvocato di parte civile Massimo Proietti, “la sentenza è comprensibile sotto l’aspetto squisitamente giuridico, ma non ci soddisfa perché l’elemento premiante è eccessivo. Le attentanti generiche dovevano essere riconosciute semmai in maniera equivalente e non prevalente”.
Arcangeli, oggi presente in aula, rimarrà agli arresti domiciliari. L’omicidio – secondo quanto era stato ricostruito dalla polizia – era avvenuto il 21 aprile 2014 nel garage di Arcangeli, con un colpo di pistola, durante una lite. Il corpo della vittima, che aveva una relazione sentimentale con Arcangeli, è stato ritrovato nel luglio dello stesso anno nei boschi tra Miranda e Stroncone.