Terni, addio al Campus Universitario: “Non necessario”. Regione: “Nuovo progetto per polo ternano”
Infiamma la polemica relativa al Campus del Polo Universitario ternano. Stamattina si è svolto a Perugia un vertice, alla presenza della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli, dell’assessore regionale al Diritto allo studio Antonio Bartolini, del rettore dell’Università di Perugia Franco Moriconi, del delegato per il polo di Terni Massimo Curini, dell’amministratore unico di Adisu-Agenzia per il diritto allo studio universitario Maurizio Oliviero, del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e degli assessori comunali di Terni Stefano Bucari e Giorgio Armillei.
Secondo quanto è emerso, è definitivamente naufragato il progetto per il Campus Universitario da realizzare in via Prampolini, che a Terni era in giacenza dal 2009. Un progetto per il quale erano stati stanziati 6 milioni 9mila euro dalla Regione e 4 milioni dal Miur. Gli studenti resterebbero ospitati nella residenza San Valentino ristrutturata e giudicata sufficiente per le esigenze di Terni. Tutto questo proprio mentre l’altro giorno il magnifico rettore parlava di un possibile Campus a Pentima.
LA REPLICA DELLA REGIONE – La notizia ha inevitabilmente fatto il giro della provincia e la Regione si è difesa dagli attacchi con una nota: “Si è unanimemente convenuto – si legge in una nota – di giungere, entro poche settimane, ad un programma di azione congiunto tra Regione Umbria, Comuni di Terni e Narni, Università di Perugia e Adisu quale stralcio dell’accordo quadro generale in via di definizione, in cui ciascun attore si è dichiarato disponibile a fare la propria parte per il consolidamento e il potenziamento del Polo universitario ternano e delle sue attuali quattro facoltà. Lunedì prossimo, 16 maggio, la giunta regionale delibererà la costituzione formale di un gruppo tecnico composto da Regione, i due Comuni, Università ed Adisu che lavorerà alla definizione del nuovo progetto, contenuto nell’accordo, che ricomprenderà oltre al potenziamento dei servizi per gli studenti, della ricerca, della docenza, dell’edilizia universitaria anche il ruolo dell’Università nell’ambito della ricerca in relazione all’istanza di area di crisi complessa dell’area ternana. In particolare, per quanto riguarda l’edilizia universitaria, le parti hanno concordato sulla necessità di incrementare sia quantitativamente che qualitativamente la disponibilità di posti letto a favore degli studenti. Spetterà al costituendo gruppo tecnico individuare le azioni più efficaci per il raggiungimento di questi obiettivi. L’incontro e’ stato ritenuto importante e proficuo perchè, per la prima volta, tutti i soggetti coinvolti hanno affrontato in modo organico il futuro dell’Università a Terni e convenuto sull’opportunità di progettare e programmare congiuntamente il futuro dell’ateneo nel Polo ternano. (…) Sarà l’istituendo gruppo di lavoro a definire contenuti e prospettive su cui allora si potranno esprimere giudizi”.
IL SINDACO – Il sindaco Leopoldo Di Girolamo ribadisce che “gli impegni assunti verranno confermati. Relativamente alla riorganizzazione del personale accademico in seguito alla Legge Gelmini è stato assunto l’impegno da parte della Regione di coprire con idonee risorse le necessità. Segnale positivo, questo, pur nella oggettiva difficoltà in cui versano attualmente gli Atenei. Anche per quanto riguarda le strategie da mettere in atto per mantenere un adeguato e degno futuro all’Università a Terni- prosegue il Sindaco- confermo che c’è tutta l’intenzione di procedere in questa direzione. A tale proposito sarà istituita una cabina di regia politico-istituzionale composta da rappresentanti della Regione, degli Enti Locali, dell’Università di Perugia e dell’Adisu al fine di ipotizzare proposte da concretizzare ed adottare all’interno della Convenzione tra Università e Regione. Ricordo che questi sono i soggetti titolati a norma di legge a stipulare gli accordi e ritengo un segnale importante il coinvolgimento pieno degli Enti Locali, nella elaborazione delle proposte riguardanti il Polo ternano, cosa che non risulta essere in atto per altri territori sedi di corsi universitari. Sul progetto Campus residenziale, nessun dietro front, ma una ponderata valutazione, attraverso la costituzione di un gruppo tecnico, che avrà il compito di valutare ipotesi alternative, in linea con le esigenze emerse a seguito della riorganizzazione dovuta all’applicazione della legge Gelmini e alla tempistica di attuazione. Possiamo, quindi, assicurare che le risorse regionali destinate a Terni non saranno girate ad altre sedi, così come ci proponiamo di utilizzare pienamente le risorse destinate dal Miur. Riguardo l’ipotesi della Fondazione di partecipazione come strumento nuovo di un progetto di più ampio respiro per il Polo ternano, manteniamo la ferma convinzione della sua validità come mezzo di sviluppo di studi e ricerca, ma al momento abbiamo registrato difficoltà da parte degli interlocutori. Metteremo tutto il nostro impegno e convinzione per mantenere valida la proposta e porla nuovamente all’attenzione cittadina e dell’Università”.
Un altro tema caldo quindi, arriva sul piatto. E ora c’è da vedere se prenderà forma il progetto di una Fondazione che già nell’ultimo suo appuntamento ternano la presidente della Regione aveva bocciato.