Terni, approvata delibera ”Rifiuti zero al 2020”, Prc e Sel: ”Bene”, No Inc: ”Incenerimento non escluso”
Prc. In un comunicato il Partito della rifondazione comunista esprime soddisfazione e ricorda il proprio impegno contro l’incenerimento dei rifiuti. “La modifica del Piano d’Ambito Territoriale ternano, del Dicembre 2012, con l’esclusione del ricorso all’incenerimento dei rifiuti e la conseguente richiesta di modifica del Piano Regionale, pur con le sue ambiguità, ha rappresentato un primo cambio di direzione, come da noi richiesto, da parte dell’amministrazione ternana in materia. La delibera Rifiuti zero al 2020 è un altro passo in avanti, ed è conseguente ad una serie di passaggi aperti dall’approvazione il 23 gennaio di quest’anno dell’atto di indirizzo di adesione a Rifiuti Zero, proposto in Consiglio comunale da Mauro Nannini, capogruppo del Prc e Claudio Campili dell’Idv”.
“In attesa dei necessari approfondimenti nel merito della delibera della Giunta – prosegue il Prc – sottolineiamo tra i provvedimenti più significativi l’impegno del Comune, su una politica di spesa improntata sul metodo ‘Green Public Procurement’ e sul controllo dell’immediata estensione del porta a porta da parte del gestore vincitore di gara, sensibilizzando e informando i cittadini sulle modalità sui risultati raggiunti e premiando economicamente i comportamenti virtuosi . Ancor più importante, il via libera alla realizzazione (con l’individuazione di partner tecnologici e finanziari) di un impianto per il trattamento a freddo dei rifiuti con tecnologia TMB (Trattamento Meccanico Biologico) per consentire una chiusura del ciclo senza trattamento termico ed in grado di garantire l’autonomia impiantistica provinciale; fondamentale sarà sostenere una finalità atta al massimo recupero e riciclo, eliminando qualsiasi ombra sulla chiusura del ciclo”.
Infine il Prc “chiede passi in avanti significativi sulle altre gravi emergenze ambientali. E’ bene ricordare, riguardo agli inceneritori Aria (Ex Terni Ena) e Printer, l’impegno assunto dal Comune di Terni durante la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria in merito all’assoluta necessità di non rinnovare le autorizzazioni per tali impianti, necessità che si pone sin d’ora, sulla base delle anomalie da noi denunciate riguardo alla legittimità dei processi autorizzativi svolti”.
Sel. Secondo Sinistra Ecologia e Libertà di Terni “l’eliminazione dell’incenerimento dal ciclo di chiusura dei rifiuti era stato già acquisito nel dicembre scorso con le modifiche apportate al Piano d’ambito dell’ATI 4. Adesso il percorso si qualifica ulteriormente con la previsione di realizzare finalmente un impianto per il trattamento dei rifiuti a freddo e con il rinnovato impegno dell’Amministrazione comunale affinché il nuovo soggetto gestore del servizio estenda il sistema di raccolta ‘porta a porta’ approntando, nel contempo, una campagna di informazione efficace da integrare con sistemi premianti per gli utenti virtuosi e sanzionatori per quelli inadempienti”.
“Abbiamo sempre detto – prosegue Sel – che quella dei rifiuti era una battaglia che si poteva vincere concretamente solo se prima si fossero ribaltate vecchie logiche amministrative. Questo atto, che segue atti analoghi adottati dal Consiglio comunale, va nella giusta direzione. Adesso resta la sfida della realizzazione concreta degli obiettivi previsti. Ci auguriamo che la nuova Amministrazione sappia far propri questi impegni, proseguendo su questa strada senza tentennamenti e ambiguità e che riesca a coinvolgere i cittadini affinché riducano, recuperino, riutilizzino e riciclino i rifiuti, senza questa collaborazione nessun obiettivi potrà infatti essere raggiunto”.
Comitato No Inceneritori. Molto meno ottimista il Comitato No Inceneritori Terni che analizzando la delibera ritiene che “non vengono sciolti due nodi cruciali che ruotano attorno al possibile ritorno all’incenerimento dei rifiuti. Sono due elementi dirimenti per eliminare definitivamente dalla normativa vigente l’incenerimento dei rifiuti e il ricorso all’escamotage del CSS. Il primo dei nodi riguarda le previsioni del Piano d’Ambito, il secondo appunto il CSS, che non viene peraltro nemmeno nominato”.
Il Comitato scrive: “Ad oggi la norma attuativa del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti è appunto il Piano d’Ambito del 2012 ed è a questo che dovrà rispondere il futuro gestore del servizio di raccolta, probabilmente ASM, e non certo alla delibera di un solo comune, seppure il più grande dell’intero ambito. In merito a questo la delibera non prevede modifiche, e veniamo al primo nodo critico, lasciando quindi intatta la possibilità prevista dal Piano di ritorno all’incenerimento se nel 2015 non sarà raggiunto il 65% di differenziata nell’intero ambito e non sarà sviluppata l’impiantistica prevista. Una previsione che quindi non esclude l’incenerimento, ma lo sospende, o ad essere più maligni, lo rimanda. A questa scadenza ha poi peraltro dato un colpo ulteriore la Giunta Regionale nel novembre 2012, indicando il 2014 come scadenza per il raggiungimento dell’obbiettivo di differenziata anticipandolo di un anno rispetto agli obbiettivi dell’ATI4. Anche ipotizzando la ‘disobbedienza’ al diktat della Regione, ce la farà il gestore, stante il previsto inizio della raccolta nel terzo trimestre del 2014, a salire di almeno venti punti percentuali in 14 mesi? La delibera insomma avrebbe dovuto impegnare in modo netto il Sindaco, anche Presidente dell’ATI4, a tentare quantomeno questa modifica per eliminare la ‘spada di Damocle’ pendente”.
Per quanto riguarda il secondo nodo da sciogliere, prosegue il Comitato No Inceneritori: “In merito poi alla produzione di CSS, così come ipotizzato dal Piano d’Ambito, non sembrano esserci chiusure nette, ma un buon giro di parole. Nel senso che il solo TMB, trattamento meccanico biologico, non esclude che a valle del trattamento venga prodotto il combustibile solido secondario dalle plastiche e gomme residue. Peraltro, visto che ARIA spa non sarebbe un inceneritore di rifiuto tal quale ma solo di rifiuto secco, avrebbe comunque bisogno di un TMB per ottenere appunto una separazione. A questo va aggiunta poi la normativa ultima in materia che ha tolto la qualifica di rifiuto al CSS; quindi dire “nessun trattamento termico” dei rifiuti potrebbe non essere sufficieinte a sventare questa ipotesi. Quindi, poiché il CSS rappresenta un escamotage normativo ed essendo l’impianto di ARIA spa un possibile utilizzatore di combustibile solido secondario, sarebbe stato necessario specificare l’utilizzo finale del residuo secco”.
“Questi due punti – conclude il Comitato – non sono dettagli in una città che ha già in funzione l’inceneritore di ARIA spa ancora inserito nel Piano Regionale dei rifiuti, e che a breve vedrà ripartire l’impianto a pirolisi della Tozzi, ex Printer. Gli equilibri interni alla maggioranza hanno dato vita a questa delibera che lascia scoperto molto, e sostanzialmente non è che una riproposizione del Piano d’Ambito, senza nemmeno chiedere percentuali più alte e ambiziose di differenziata. Misura questa di centrale importanza proprio della strategia Rifiuti Zero. Si poteva fare molto meglio. Se non ci fosse stata la scadenza elettorale”.