Terni, Araba Fenice ospita il pianista Marco Tezza: ”Romantische Strasse”
Domenica 25 gennaio alle ore 17.30 presso l’Auditorium Gazzoli di Terni, l’Araba Fenice ospiterà il pianista Marco Tezza, un virtuoso dalla solida preparazione e dalla vasta esperienza internazionale.
Tezza dopo la sua formazione iniziale costruita vicino a grandi nomi quali: Jorg Demus, Gyorgy Sandor, Bruno Canino e Aquiles Delle Vigne, si afferma in numerosi Concorsi pianistici vincendo il Città di Treviso, “Citta di La Spezia”, il Concorso ”RAI”, l’ARAM, al Moncalieri ottiene il Primo Premio Europeo per la musica da camera e si laurea al celebre “Busoni”. E come molti pianisti che sono ospiti nella Stagione dell’Araba Fenice, ha al suo attivo, una ampia esperienza concertistica in tutto il mondo, dall’Europa, nelle due Americhe, in Africa, in Medio Oriente e Asia, suonando su importanti palcoscenici come il Teatro La Fenice di Venezia, gli Auditorium RAI di Torino, Milano e Roma, al Tonhalle di Zurigo, Ginevra, Lugano, alla Salle Cortot di Parigi, alla Musikhalle di Amburgo, nella Culture Salle di Sofia, e poi: Fès (Marocco), Old Mutual Auditorium di Pretoria, Kiel, Tawes Theatre a Washington, New York, Säo Paulo, Rio de Janeiro, L’Avana, Assembley Hall di Beirut, Tripoli, Forbidden City Concerthall di Pechino, Manasterly Palace de Il Cairo.
A Terni eseguirà, come detto, un programma che tratteggia la Strada Romantica di alcuni mostri sacri dell’epoca ottocentesca, quei Schumann, Listz e Wagner che tracciano una linea tesa verso la fine del romanticismo travalicando e preparando le basi per la musica moderna del ‘900, e la cui bellezza delle loro composizioni, resta intatta nel tempo.
Nella prima parte Marco Tezza darà vita con le sue poderosi mani al “Tristan und Isolde: Vorspiel – Isoldes Liebestod S. 447”, eseguito per la prima volta il 25 gennaio 1860, esattamente 155 anni fa, a seguire “Harmonie poétiques et religieuses” e “Funerailles” un’opera che Liszt scrisse ad un anno dalla morte del suo caro amico Chopin, ma pensando alla commemorazione invece tre vittime della rivoluzione ungherese del 1848: il principe Lichnowsky, il conte Seleky e il conte Balthyány.
Nella seconda parte spazio al poeta della musica Robert Schumann e ai suoi Fantasiestucke op. 12 caratterizzati da una febbrile eccitazione e una giovanile insoddisfazione prettamente romantica con slanci corali e popolari. Un’opera che connota appieno l’opera di Schumann sempre combattuta tra un amore profondo verso la sua Clara, mai approvato dalla famiglia di Lei, e l’amore verso la letteratura e la musica. Una passione densa, intensa, struggente sempre costantemente vissuta nella doppia personalità che contraddistinse la composizione di Robert Schumann da un lato quel Florestano ardente ed estroverso e dall’altro, come in uno specchio immaginario, l’Eusebio timido e introverso.