Terni, bilancio 2013, Cecconi: ”Gravissime irregolarità, attiveremo tutte azioni di legge”
Cecconi snocciola poi una serie impressionante di richiami dei revisori dei conti che sommati sembrano una vera bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro. Tra i vari punti critici spicca un mutuo da 19 milioni di euro che palazzo Spada ha acceso per far fronte ai debiti più impellenti (ma si tratta di un’operazione non consentita dalla legge) e che ha ulteriormente appesantito la situazione debitoria.
Il comunicato di Marco Celestino Cecconi:
L’analisi del conto consuntivo 2013 rivela una serie di gravissime irregolarità: a fronte delle quali – per evitare l’approvazione di un bilancio che riteniamo non veritiero – attiveremo tutte le azioni di legge possibili. Anche perché, la somma di tali irregolarità rischia senz’altro di far imboccare ai conti comunali una china pericolosa, fino alle estreme conseguenze.
1) GRAVISSIME IRREGOLARITÀ
Quali sono queste irregolarità? Sulla base di quali riscontri le definiamo tali…?
Facciamo alcuni esempi:
– una montagna di cosiddetti ‘residui attivi’ che, da un lato, ha raggiunto dimensioni abnormi e, dall’altro, rivela in buona parte un carattere meramente fittizio;
– poste in entrata e in uscita dal Comune verso le aziende partecipate e viceversa – innanzitutto l’ASM – assolutamente non in chiaro;
– anticipazioni di cassa ottenute attraverso la pratica del tutto anomala del ricorso a mutui.
Le gravissime irregolarità di cui parliamo sono prefigurate innanzitutto nella relazione di accompagnamento formulata dal Collegio dei revisori dei conti.
2) REVISORI DEI CONTI: CI ASPETTIAMO UN PARERE PIU’ COERENTE
Si tratta di una relazione estremamente severa e ricca di censure davvero pesanti: fino al punto da legittimare seri dubbi circa la coerenza fra i rilievi mossi, appunto, dall’Organismo di controllo e il parere favorevole che, alla fine, viene comunque rilasciato.
Ecco perché, per prima cosa – con il supporto di un parere tecnico-legale che rende evidente tutto questo – chiederemo ai Revisori dei conti di rivedere il proprio “visto di regolarità”. Li inviteremo a ponderare i rischi connessi all’ipotesi di un bilancio non veritiero.
E, contemporaneamente, ammoniremo tutti i consiglieri comunali sulle complicità di cui andrebbero a loro volta a caricarsi e sui diversi profili di responsabilità che verrebbero ad assumere.
3) DAL CONSUNTIVO-2013 AL PREVISIONALE-2014
Le irregolarità, le censure, gli addebiti mossi dai Revisori corrispondono ad 8/9 forti criticità, che riguardano molteplici aspetti della gestione dei conti comunali e che, dal rendiconto di gestione-2013 – come scrivono i Revisori stessi – possono pericolosamente riproporsi anche nella predisposizione del previsionale-2014.
4) LA FICTION DEI RESIDUI ATTIVI
La prima e più complessiva censura riguarda il ricorso consolidato e reiterato ad una prassi che ad oggi prefigura sostanzialmente come una fiction – entrate virtuali ma, appunto, molto spesso solo fittizie – utile a nient’altro se non a rappresentare, solo nominalmente, una disponibilità di risorse che, nei fatti, invece, non c’è.
Ci riferiamo in particolare alla mole oramai abnorme dei cosiddetti residui attivi: crediti che in teoria l’Amministrazione dovrebbe riscuotere; entrate, cioè, che vengono descritte come possibili e di possibile esigibilità ma che, in realtà, non lo sono o non lo sono più. A quanto ammontano questi residui attivi secondo il bilancio consuntivo di cui oggi parliamo? Fino al 2012, sono stati accumulati 131 milioni e 850 mila euro: ai quali devono aggiungersi gli ulteriori 39 mila euro del 2013: totale, circa 171 milioni di euro. 171 milioni di euro che – se fossero reali – rappresenterebbero davvero un bel “tesoretto”. Ma che purtroppo – non essendo reali – camuffano una realtà ben diversa.
Quale realtà? I Revisori dei conti parlano di una tale “vetustà” e di un così “elevato ammontare di talune tipologie di residui” (sanzioni per violazioni del codice della strada, tributi iscritti a ruolo, imposta sulla pubblicità e simili), che loro stessi raccomandano al Comune di valutarne l’“effettiva esigibilità”. E indicano al Comune anche la soluzione possibile: collocare una buona volta queste poste – finte – all’interno del “fondo svalutazione crediti”.
I Revisori invitano il Comune alla massima “cautela nell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione” (in altre parole, “evitate di spendere ciò che di fatto non avete”…). Ed esortano – testuale! – a fare tutto il possibile per riscuotere quanto ancora si possa eventualmente riscuotere, di quella che loro stessi definiscono come la “considerevole mole” di questi residui attivi che si sono andati pericolosamente a sommare.
4. a) RESIDUI ATTIVI E PASSIVI
A fronte di 171 milioni di pseudo-residui attivi, il consuntivo riporta un altro indicatore in sé e per sé agghiacciante: ovvero, 91 milioni di euro di residui passivi, vale a dire debiti che l’Amministrazione deve onorare. Si tratta di un dato che – se i residui attivi potessero prima o poi essere incassati davvero – non sarebbe poi così preoccupante. Ma che, alla luce della natura virtuale che i Revisori stessi assegnano ai cosiddetti residui attivi, si rivela in tutta la sua gravità.
4. b) CONTROLLI A CAMPIONE E INDAGINI APPROFONDITE
Cosa hanno fatto i Revisori dei conti rispetto a tutta questa materia, oltre ad ammonire, censurare, invitare a cancellare poste in entrata del tutto fittizie ed indicare anche una soluzione perseguibile qual è l’implementazione del “fondo di svalutazione crediti”?
Nella loro relazione, leggiamo che gli stessi Revisori hanno ritenuto opportuno condurre persino delle indagini a campione: indagini che però, evidentemente – e non poteva essere altrimenti – non sono state sufficienti a ridurre questa considerevole mole.
Dal canto suo, nel trasmettere la proposta di consuntivo al consiglio comunale, il neo assessore al bilancio Piacenti D’Ubaldi ha spiegato che il Comune di Terni ha sforato persino il termine massimo del 30 giugno concesso per la sua approvazione, per “continuare l’accertamento dei residui attivi”: cosa che ha portato – testuale – alla “cancellazione di ulteriori 4 milioni e mezzo di euro”, solo nel periodo intercorso fra metà aprile a fine giugno.
Tra le indagini a campione dei Revisori (evidentemente insufficienti ad aggredire il problema) e gocce nel mare dell’ultim’ora (come i 4 milioni e mezzo di cosiddetti residui attivi cancellati solo nelle ultime settimane, a fronte di un totale di 171 milioni), è evidente che il problema va affrontato alla radice, una volta per tutte.
Nel programma elettorale del nostro candidato-sindaco avvocato Crescimbeni – il programma, cioè, della nostra coalizione, che non è mai stato un programma elettorale in senso classico, bensì un vero e proprio programma di governo – abbiamo messo nero su bianco, da subito, un obiettivo al quale, con tutta evidenza, è arrivato il momento di dare gambe: ovvero insediare una commissione speciale che, anche con il supporto di esperti esterni, come previsto dal regolamento del consiglio comunale, disponga di un tempo predeterminato per sottoporre a valutazione analitica, voce per voce, tutti i cosiddetti residui attivi che totalizzano la cifra mostruosa dei 171 milioni di euro di cui parliamo. Obiettivo: fare definitiva chiarezza; cancellare tutto quello che c’è da cancellare, anche – naturalmente – se questo, come temiamo, dovesse comportare la prevedibile conseguenza di far emergere tutta la gravità dei conti veri (v. caso-Spoleto).
4.c) SOLO ALCUNI ESEMPI
All’interno di questa montagna di 171 milioni di euro c’è di tutto:
– c’è la Provincia di Terni che, da 15 anni – esattamente dal 2000 – non paga al Comune niente di quanto dovrebbe pagare (dalla quota a carico per le spese elettorali o per lo IERP, al contributo per ‘Terni in jazz’) per centinaia e centinaia di migliaia di euro;
– ci sono – per milioni di euro! – multe prescritte, tributi (ICA) e imposte (come la TOSAP) che non verranno mai più incassate e dunque vengono riportate tra i presunti attivi solo strumentalmente;
– ci sono cifre esorbitanti che il Centro MultiMediale non restituirà mai più alle casse comunali;
– ci sono milioni e milioni di euro ‘anticipati’ a vario titolo all’ASM nel corso di questi ultimi 10/15 anni (per esempio, per pagare rate di mutui contratti dall’azienda), oppure per dividendi o addizionali non rigirati al Comune come dovuto…
5) I RAPPORTI CON LE PARTECIPATE
Proprio quest’ultimo esempio – quello delle aziende partecipate dal Comune – ci permette di segnalare un’altra grande contestazione che i Revisori muovono al consuntivo 2013:
– i dati forniti dal Comune ai Revisori al riguardo (debiti/crediti) sono fermi al dicembre-2012;
– va riscosso quanto prima tutto quello che c’è da riscuotere e, laddove ai crediti corrispondessero debiti del Comune nei confronti delle Aziende, vanno fatte al più presto tutte le compensazioni del caso;
– per esempio, non è chiara la situazione crediti/debiti tra il Comune e l’ATC servizi spa;
– oppure: nei confronti dell’ASM, da un lato risulterebbero milioni di crediti a favore del Comune ma, dall’altro, l’Azienda asserisce a sua volta che il Comune sarebbe in debito con l’ASM per oltre 3 milioni di euro, salvo il fatto che il Comune non riconosce questi debiti. eccetera eccetera.
Sul punto i Revisori sono particolarmente rigidi: e ammoniscono il Comune sull’assoluta necessità di mettere tutto a pulito – al più tardi!! – in sede di bilancio di previsione 2014 e di provvedere “ad effettuare un congruo accantonamento che permetta la copertura” dei debiti che alla fine – effettuate tutte le necessarie compensazioni – si scoprirà che il Comune ha maturato nei confronti dei cosiddetti “Organismi partecipati”…
6) ENTRATE NON CONTABILIZZATE CORRETTAMENTE
Sempre a proposito di rapporti Comune-ASM, i Revisori dei conti muovono poi un altro pesante addebito all’Amministrazione e cioè:
– il Comune ha affidato proprio all’ASM la gestione della TARES ma… non ha contabilizzato la relativa entrata fra le entrate tributarie (e non ha neanche impegnato la relativa spesa per la gestione del servizio);
– come se non bastasse, al riguardo i Revisori segnalano 1) di aver già contestato tutto ciò al Comune con il parere formulato per il bilancio di previsione-2013 (salvo che tale contestazione è rimasta, evidentemente, lettera morta) e 2) che tutto ciò è in contrasto “con i più recenti orientamenti della Corte dei Conti”…
7) DALL’INVENTARIO, ALLA RISCOSSIONE DEGLI AFFITTI, ALLA SPENDING REVIEW
E ancora (giusto per citare altre 3 forti censure mosse dai Revisori al consuntivo-2013):
– l’inventario delle proprietà del Comune non è aggiornato;
– la riscossione dei canoni di locazione dei beni di proprietà del Comune è ferma al palo;
– nel bilancio del Comune non c’è traccia di quel ‘Piano triennale di contenimento delle spese’ che sarebbe imposto da una legge del 2007 e che è stato fortemente rilanciato – scrivono i Revisori – “anche con i più recenti provvedimenti normativi sulla spending review”; il tutto in palese violazione – leggiamo – di quelle stesse leggi che impongono anche di trasmettere la relativa relazione sia ai Revisori stessi che alla Corte dei Conti…
8) DEBITI E ANTICIPAZIONI
Il cerchio in qualche modo si chiude con le ulteriori, gravissime, eccezioni mosse ancora una volta dai Revisori ai conti comunali, per la migliore comprensione delle quali è necessario richiamare la radiografia della situazione-2013.
– Solo nel 2013, i residui attivi maturati ammontano a circa 39/40milioni di euro.
– Solo nel 2013, i nuovi residui passivi maturati – ovvero, i nuovi debiti dell’Ente verso terzi – ammontano però a 53milioni di euro. Risultato, almeno 13milioni di euro di nuove passività (sempre che i residui attivi/2013 vengano incassati prima o poi…).
Ma il peggio, in qualche modo, deve ancora venire. Perché, anziché fare chiarezza costi quel che costi, l’Amministrazione comunale – contestano i Revisori – continua ad adottare rimedi peggiori del male. Primo fra tutti: un ricorso ad anticipazioni di tesoreria che è diventato colpevolmente “continuativo” e sistematico, “ampio e ripetuto” (scrivono testualmente i Revisori!), laddove – ricorda l’Organismo di controllo – dovrebbe essere nient’altro che eccezionale.
I Revisori si esprimono al riguardo senza mezzi termini:
– a questa prassi va messa la parola fine;
– anche perché costa salatissima, in termini di interessi, per le casse comunali.
Che cosa ha fatto in pratica il Comune per disporre dei soldi che non ha; per pagare i debiti più urgenti; per disporre di ‘denaro fresco’ con il quale affrontare le spese correnti più indifferibili? Per coprire lo ‘scoperto di conto’, il Comune proprio nel 2013 è ricorso ad uno strumento – l’accensione di un mutuo trentennale di poco meno di 19 milioni di euro – che la legge riserva invece solo a nuovi investimenti per nuove opere pubbliche.
Risultato: alla voce “INDEBITAMENTO”, persino i Revisori dei conti sono costretti a far notare che questo anomalo finanziamento – sommato all’indebitamento pregresso dell’Ente, già molto alto, anche per via della nota vicenda dei BOC…. – finisce per irrigidire oltre misura un bilancio comunale ormai al collasso anche per tutte le ragioni sopra richiamate.
E non è tutto: perché – scrivono sempre i Revisori – la restituzione del suddetto prestito non è stata contabilizzata in uscita nel capitolo giusto: con la conseguenza (leggiamo!) di far aumentare in modo improprio un avanzo di amministrazione che, quindi, è assai più ridotto di quel che appare.
SINTESI FINALE
– A fronte delle censure mosse dai Revisori, ai Revisori stessi verrà chiesto di rivedere assolutamente il proprio parere.
– Sarebbe gravissimo per chiunque (ammonimento che verrà giuridicamente dimostrato a tutti i consiglieri comunali) approvare un bilancio consuntivo siffatto.
– La somma delle criticità evidenziate in questa fase per il consuntivo-2013 del Comune di Terni ha rappresentato, per altre Amministrazioni, l’anticamera del dissesto.
– A fronte dell’omertà del Comune, una situazione eccezionale come questa va affrontata con strumenti eccezionali quali quello della Commissione speciale già richiamata.