Terni, bilancio 2013: centrodestra presenta relazione tecnica contro l’ok dei revisori dei conti
Caforio sostiene che il via libera dei Revisori dei conti al bilancio consuntivo-2013 del Comune di Terni è “contraddittorio”, “sicuramente anomalo”, se non “censurabile”. Contraddittorio rispetto a che cosa? Innanzitutto, rispetto “ai rilievi svolti” dai Revisori stessi al consuntivo in questione. I sei consiglieri di opposizione hanno subito inviato il parere del giurista ai tre revisori, invitandoli a “ponderarne il merito e trarne le opportune conseguenze” – ovvero, riscrivere quel parere – prima del voto in aula, previsto in teoria per mercoledì prossimo.
Se così non fosse – “in ipotesi di insensibilità dell’Organo di revisione” – ovvero, se i revisori non tornassero sui propri passi, i consiglieri si riservano (è sempre Caforio che scrive) “di rivolgere motivato esposto alla Corte dei Conti, per le diverse competenze che assomma”. E lo stesso avvertimento è indirizzato anche a tutti gli altri 26 consiglieri comunali, ai quali il parere di Caforio verrà singolarmente ‘cassettato’: affinché riflettano sul fatto che un via libera al consuntivo-2013, “potenzialmente foriero di censure contabili e di possibili profili di danno erariale” – scrive il giurista – dovrebbe “essere oggetto di riesame, anche in autotutela”. Insomma, chi approva quel bilancio potrebbe essere chiamato a rispondere di eventuali danni erariali: revisori e consiglieri vengono quindi messi in guardia da questo pericolo.
I 6 consiglieri del centrodestra tornano sui punti critici del bilancio: “Una montagna di residui attivi (171milioni di euro) accumulata nel tempo e mai sottoposta ad un esame aggiornato dell’effettiva esigibilità (insomma, entrate che oggi sono in larga parte virtuali). Canoni di locazione mai riscossi; un censimento dei beni mobili e immobili di proprietà del Comune mai concluso. Debiti e crediti nei confronti delle aziende partecipate (innanzitutto, l’ASM) mai compensati. Indebitamento eccessivo. Ricorso irregolare alle anticipazioni di tesoreria (prestiti e mutui contratti non per finanziare opere pubbliche, come per le legge, ma per fare cassa). Mancata contabilizzazione di entrate e uscite (come per la TARES e i relativi costi di gestione del servizio). E così via”.
Caforio nel suo documento sostiene che sono proprio i Revisori ad aver mosso questi addebiti, nella loro relazione, al consuntivo-2013. Sono proprio i revisori, insomma, che “puntualmente evidenziano degli scostamenti fra le previsioni normative e il consuntivo posto alla loro attenzione, su elementi che possono inficiare significativamente tutto il documento contabile”. E allora non si capisce come mai, “quando all’esito dei rilievi vanno ad esprimere il parere, a sorpresa e senza alcuna motivazione che possa dare una spiegazione per la discrasia tra i rilievi e le conclusioni, mutano la valutazione e danno un giudizio favorevole”. Detto in altre parole, “è impossibile comprendere perché da parte dei revisori dei conti sia stato emesso un parere favorevole, dopo tante censure mosse”.
La conclusione di Caforio: “La coerenza imporrebbe una precisa scelta del Collegio dei revisori. Delle due l’una. Nel caso di conferma dei rilievi critici espressi nella relazione dell’Organo di revisione per l’anno 2013, il parere sul rendiconto dovrà essere sicuramente negativo; mentre, nel caso opposto in cui si voglia mantenere il parere favorevole, già reso, sarebbe necessario rimuovere e superare le critiche svolte nella relazione, essendo tali censure incompatibili con qualsiasi determinazione favorevole all’approvazione del rendiconto stesso”. Per i 6 consiglieri di opposizione “i revisori sono avvertiti. I consiglieri anche”.
MELASECCHE Melasecche torna inoltre a sottolineare i presunti danni per le casse del Comune dovuti alla mancata riscossione di milioni di euro di crediti e sostiene inoltre che la situazione reale “sia stata falsata per evitare lo sforamento del patto di stabilità”. Il consigliere denuncia “Immobili venduti con contratti inesistenti: da anni sostenevamo che il mantenere 3.200.000 € di crediti per la vendita mai avvenuta di Colle dell’Oro ad una cooperativa amica e del Chiostro di S.Pietro alla diocesi costituivano un falso macroscopico. Per anni si è forzata la quadratura del bilancio scientemente, oggi il Comune è costretto a darci ragione eliminando quei residui ma intanto i relativo bilanci, confezionati con pacchi di carta straccia, sono passati in cavalleria. Chi doveva controllare faceva solo finta di farlo, sordo alle nostre osservazioni”.
Melasecche parla poi di mancate riscossioni: “Ammende automobilistiche, TARSU, TOSAP, Tassa sulla pubblicità, vengono solo in minima parte eliminate dal bilancio anche tre anni dopo l’avvenuta prescrizione (le prime tre pagine dei residui cancellati riguardano il 2000, 2001, 2002) il che conferma la grave irregolarità dei bilanci degli anni precedenti con responsabilità note”. Incalza ancora: “Ci si rende conto che in dieci anni il Comune di Terni non è stato in grado di riscuotere il dovuto, di fatto abbuonando il debito a chi non ha pagato decine di migliaia di multe, migliaia di cartelle della TARSU e della TOSAP, la tassa di occupazione del suolo pubblico ma anche non incassando contributi promessi dalla Regione e dalla Provincia, canoni di locazione del BIC mai riscossi, perdita di fondi relativi a piste ciclabili mai realizzate”.
Aggiunge Melasecche: “Rapporti incestuosi fra Comune e partecipate, ASM in particolare, la quale dichiara da anni utili che, in base alle cifre poste in bilancio dal Comune, si tramuterebbero in perdite se fossero veri i crediti vantati da palazzo Spada nei confronti dell’Azienda. Ma il colmo dei colmi è costituito dal fatto che il Comune, pur vantando oltre 3.000.000 di € verso la partecipata, poi utilizza l’utile (inesistente) della stessa per far quadrare il proprio bilancio, una sorta di moltiplicatore del falso che lascia attoniti per la leggerezza e aggiungiamo la faccia tosta con cui la passata amministrazione certificava l’avvenuta sistemazione di quelle partite mentre oggi ce le ritroviamo più irrisolte che mai”.
Il consigliere aggiunge: “Tutte irregolarità, queste, che alcuni di noi avevano contestate anche de visu sia in commissione che in consiglio. La denuncia formale spedita con tanto di raccomandata in aprile dal sottoscritto e dalla consigliera Cinzia Fabrizi, sia alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica (il falso ideologico è reato che viene perseguito in tutta Italia perchè il codice penale dovrebbe essere lo stesso in tutta la penisola!) sostiene esattamente questo e non basta oggi, dopo aver manipolato per anni i bilanci, cominciare a mettere mano a questa pulizia doverosa, perché anche questo bilancio 2013 non è veritiero e così com’è va bocciato. Presenteremo emendamenti ed atti di indirizzo che questa maggioranza pensa di superare votando contro, dopo essersi assicurata la tranquillità sottoscrivendo polizze assicurative contro il malaugurio”.
In conclusione scrive il consigliere: “Il giudizio nei confronti dei nuovi Revisori dei Conti che erano partiti in modo ben diverso rispetto ai colleghi eletti dalla politica rimane sospeso. Hanno scritto nero su bianco quanto noi andavamo dicendo da anni ma hanno poi firmato il parere favorevole pur con tutti gli scongiuri del caso (‘Tenuto conto di tutto quanto esposto, rilevato e proposto’) con una illogicità disarmante. Piaccia o meno il re è nudo, non siamo solo noi oggi a gridarlo e coloro che pensavano con una vittoria di Pirro di poter farsi una passeggiata lunga cinque anni dovranno ricredersi entro breve”.