Terni, bocciata proposta anti ”furbetti” del gettone di presenza, è polemica
La proposta di Piccinini prevedeva di concedere il gettone solamente a quei consiglieri presenti alle sedute comunali (Consiglio, Commissioni consiliari ed altri Organismi collegiali) per almeno il 70% del tempo complessivo (qui l’articolo). Al termine di una seduta animata, la proposta non è passata: per l’approvazione della modifica del regolamento servivano 21 voti favorevoli ma dei 23 consiglieri presenti, 19 hanno votato per il sì alla modifica del regolamento, altri tre (Tofrasti e Trivelli del Pd, Garofoli del gruppo misto) hanno votato no, mentre uno dell’opposizione (Melasecche) si è astenuto. I “furbetti” potranno quindi continuare a percepire il gettone di presenza pur essendo assenti per quasi tutta la durata della seduta.
Tra i contrari (ma anche tra qualche favorevole) si è parlato di norma inopportuna, giuridicamente sbagliata o di regola utile soltanto alla maggioranza per garantirsi il numero legale. Altri consiglieri sono invece convinti che le motivazioni che hanno portato alcuni ad opporsi alla modifica del regolamento siano meno nobili. L’argomento in futuro sembra destinato ad essere nuovamente dibattuto.
Intanto il Movimento 5 Stelle di Terni accusa affermando di non poter tacere “di fronte all’ennesimo segnale di amoralità, menefreghismo e disinteresse nei confronti del bene comune andato in onda anche il 25 novembre 2013 durante il Consiglio comunale del lunedì. Ancora una volta Pdl e Pdmenoelle sono concordi nelle scelte politiche che riguardano la città. Il succo? I furbetti devono continuare ad essere premiati”.
“Non è certo la prima volta che accade – continua il Movimento – in altri casi anche recenti, a venir meno è stato invece il numero legale utile per votare: spesso su questioni fondamentali da discutere e votare in Consiglio i nostri consiglieri, pagati, diventano ‘desaparesidos’. Finale? I consiglieri furbetti e scansafatiche continueranno a prendersi i 92 euro facendo anche solo capolino per 5 minuti (il tempo di un voto) al Consiglio comunale; i cittadini continueranno così a pagare in modo ingiustificato politici locali che, lungi dal fare il mestiere per cui sono stati eletti e pagati, non trovano il tempo e la volontà neppure per recarsi al Consiglio del lunedì e partecipare in modo serio e responsabile allo stesso al fine di discutere delle problematiche della città. Noi cittadini del Movimento 5 Stelle siamo stanchi di assistere ad un tale scempio della politica, delle sue prerogative, dei suoi doveri. I cittadini di Terni continuano a pagare per un servizio che non hanno: nessuno si occupa di loro, dei loro problemi, nessuno li ascolta. La casta si permette di non fare il proprio lavoro e continua però ad essere pagata con soldi pubblici per questo”.
“Questi politici – continua il comunicato – devono essere licenziati da noi, dalla città, dai cittadini ternani. Chi non fa il proprio dovere deve andare a casa, altro che 92 euro per 5 minuti di presenza. I cittadini sono affamati, perdono il lavoro e non hanno di che vivere: al contrario i nostri rappresentanti politici percepiscono un lauto gettone di presenza per pochi minuti di ‘lavoro’ magari intramezzati da un caffè al bar”.
Il M5S sposa in pieno la proposta di Piccinini: “Mai più un gettone di presenza ai consiglieri che non presiederanno almeno al 70% della durata del Consiglio comunale, su questo non c’è neppure da discutere, si tratta semplicemente di buon senso e rispetto per i cittadini. Questa proposta farà parte del nostro programma e diventerà regolamento non appena avremo vinto le elezioni del 2014.