Terni, Cantamaggio 2016, sfilata carri a rischio, Giovani FI: “Situazione incredibile”
Cantamaggio ternano 2016 a rischio: dopo 119 anni, potrebbe saltare la sfilata dei carri allegorici (mentre è già praticamente certo che il concorso non ci sarà). Ad impedire il tradizionale spettacolo di Terni sarebbero delle nuove norme nazionali. Forza Italia Giovani punta però il dito anche contro le istituzioni locali: Comune e Regione.
Il comunicato congiunto del coordinatore provinciale FI Giovani Terni, Daniele Marcelli, e del responsabile comunale FI Giovani Terni, Marco Grilli:
“Con l’inizio del nuovo anno fervono i preparativi dei maggiaioli per festeggiare l’arrivo della primavera con creazioni materiche, luci, colori e tanta voglia di divertirsi.
Anche i cittadini aspettano con ansia il 30 di aprile quando tutta la città scende in strada e si ritrova insieme per una tradizione che quest’anno compirà 120 anni.
Peccato, però, che poi ci si debba scontrare con la dura verità, soprattutto con chi non tiene affatto al bene cittadino e ancor meno alle sue tradizioni: quest’anno, come riporta la stampa locale, il concorso dei carri allegorici non ci sarà ed anche la sfilata rischia di saltare.
La motivazione? Problemi legati a leggi nazionali che normano gli spettacoli viaggianti che non permetterebbero ai carri di sfilare lungo le vie cittadine: e gli anni passati come si è fatto? Non si può semplicemente adottare la stessa soluzione tecnico-organizzativa, oppure capire come si comportano le altre città italiane dove questo tipo di manifestazioni si svolgono regolarmente?
Certamente anche quello dei fondi non è un problema trascurabile, anzi: il Comune ogni anno taglia significativamente gli approvvigionamenti per carenza di fondi e debiti che non permettono una ulteriore voce di spesa (non sarebbe, forse, il caso di gestire i soldi pubblici più sapientemente?); la Regione liquida il problema con qualche “spicciolo” sebbene finanzi di gran lunga altre iniziative qualitativamente pregevoli ma che hanno un minor bacino di utenza oltreché essere sempre nel territorio provinciale perugino.
Insomma una situazione che ha dell’incredibile in una Città che si professa viva, culturalmente attiva, dove ogni iniziativa è pienamente valorizzata ed avallata.
Ma che ne sarà della nostra tradizione? Perché cimentarsi in iniziative utopiche e “giochi d’azzardo” invece di rafforzare ciò che di buono già c’è ma che necessita di un maggior sostegno? Stiamo parlando di uno dei pochi eventi storici e culturali che da lustro alla città e porta indubbi benefici a tutti i commercianti coinvolti.
Se il Cantamaggio deve finire perché così deciso a Palazzo, abbiano il coraggio di farlo loro mettendoci la faccia e non sperare che siano i maggiaioli a stancarsi delle continue difficoltà che vengono loro poste.
Le nostre tradizioni sono una risorsa comune ed unica nel loro genere! Non sta a pochi deciderne le sorti”.