Terni, caso Pazzaglia: polemica tra Giovani Comunisti e CasaPound su mancata solidarietà
Il post su Facebook. Il post pubblicato su Facebook dai Giovani Comunisti recita così: “Il Bar Pazzaglia con le catene sulla porta e in tribunale. Non siamo solidali con chi vende un marchio e il locale e poi ‘occupa’ senza avere piu neanche un documento per esercitare. E non siamo solidali con chi ha collaborato con Casapound! il tribunale è l’unico luogo nel quale in questo momento siete idonei”.
La replica. Il responsabile di CasaPound Terni, Piergiorgio Bonomi, in un comunicato ha replicato: “Siamo sconcertati da quanto letto nella pagina facebook dei ‘Giovani Comunisti Terni’ lo scorso sabato”. Bonomi afferma che sono “in serio rischio il lavoro dei 14 dipendenti” e prosegue scrivendo: “Saremmo curiosi di capire a quali collaborazioni si riferiscono in quanto Cpi Terni, con il Bar Pazzaglia, non ne ha mai avute. Anche se fosse poi, non vediamo dove sia il problema, visto che molti esercizi della città, al di là del ‘colore politico’ e senza pregiudizi, hanno avuto dei rapporti con il nostro movimento per svariate iniziative, come la raccolta firme contro il regolamento di Equitalia o per fermare lo sfruttamento degli animali nei circhi”.
“La cosa più grave però – continua il comunicato di Bonomi – e che la felice esternazione dei ‘Giovani Comunisti Ternani’ in merito alla chiusura di un’attività, è la perfetta rappresentazione del loro pensiero politico, del loro essere solidali con chi sta ‘dalla loro parte’ e spietati con chi non lo è, anche se questo significa mancare di rispetto a chi è costretto a chiudere un locale importante per la città, ed a chi ci lavorava. Al di la della vicenda che vede coinvolto il locale infatti, in cui non vogliamo scendere in merito e di cui si occuperà il tribunale, la cosa che ci sta a cuore è proprio la sorte degli ex dipendenti, che magari hanno un mutuo da pagare e che ora non sanno che fine faranno”.
“CasaPound Italia Terni quindi – conclude Bonomi – prende le distanze dall’infelice esternazione in questione, e dal clima di odio che certi ‘Giovani’, o presunti tali, vogliono creare in città, in un momento in cui invece bisognerebbe unire le forze per risollevarne le sorti”.