Terni, Cecconi al sindaco: “Spero ti revochino i domiciliari ma ora dimettiti”
Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi, scrive una lettera aperta al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo augurandogli di veder accolta la richiesta di revoca degli arresti domiciliari ma al tempo stesso chiedendogli di dimettersi.
La lettera aperta di Marco Cecconi:
“Preg. mo Senatore,
io sinceramente mi auguro che l’esito della Tua istanza presentata al Tribunale del riesame, atteso in questi giorni, Ti sia favorevole. Me lo auguro da ternano, lo spero per lo stile di persona che sei.
Potrei anche aggiungere che faccio fatica a comprendere quanto possa mai essere attuale un rischio di fuga, inquinamento delle prove o reiterazione del reato, a motivare l’eventuale conferma di quegli arresti domiciliari che Ti sono stati comminati da settimane: ma, così facendo, mi avventurerei su un terreno che non è il mio, quello delle aule giudiziarie, che non mi compete e che infatti ho sempre voluto mantenere estraneo ad ogni mia valutazione.
L’unico terreno che ho tentato di presidiare, al meglio che ho potuto, in questi tre anni di mia prima esperienza in consiglio comunale, è quello della politica. Ed è da qui, solo da qui, proprio a prescindere dai ricorsi e dai riesami, che voglio indirizzarTi l’appello per il quale Ti affido questa mia riflessione: non lasciare che siano i tribunali a scandire i tempi della politica o, meglio, il futuro di questa città.
Capisco che il Tuo partito abbia altri obiettivi e necessità. Capisco che per il PD sarebbe un’immane tragedia perdere una roccaforte come Terni e, per di più, a causa delle dimissioni di un sindaco nei guai giudiziari. È già accaduto 25 anni fa e, per la parte politica che rappresenti, finì malissimo. Capisco tutte le compatibilità obbligate di cui sei chiamato a farTi carico anche in questo frangente. Ma credo anche che la dignità politica personale sia un’altra cosa.
Ti abbiamo chiesto di dimetterTi addirittura un mese prima che chiunque fra noi, comuni mortali, avesse notizia di una qualsivoglia “operazione Spada”, un mese prima degli avvisi di garanzia del novembre scorso e, insomma, ben prima e totalmente a prescindere da qualunque tribunale. Te lo abbiamo chiesto quando all’ “improvviso” è piombata sul Comune la tegola – questa sì, ampiamente annunciata – del predissesto, che avrà anche qualche concausa nelle generiche difficoltà degli Enti locali ma, eminentemente, ha origine nelle bugie consumate tutte e solo a Palazzo Spada negli ultimi anni.
Adesso i bene informati sostengono che, se il Tribunale del riesame dovesse confermare gli arresti domiciliari, c’è sempre la possibilità di ricorrere in Cassazione. Un altro mese o giù di lì di paralisi completa, di dubbi e di sospetti, un altro mese di non-governo, di non-condanna e non-assoluzione, in attesa di un rinvio a giudizio o di un’archiviazione che sia, in attesa di un processo eventuale e del suo eventuale svolgimento? Un altro mese (o chissà quanti altri ancora) di una città allo sbando, umiliata, senza altro orizzonte se non il pronunciamento di questo o quel giudice?
Siamo certi che l’ultimo ad averne voglia sei proprio Tu, se solo Ti lasciassero libero di decidere. Siamo sicuri che non c’è Piano di riequilibrio che non possa essere gestito da un Commissario, specialmente se quelli che gli si consegnano sono libri contabili veritieri e in ordine. Siamo certi che il primo a giovarsi di una scelta che mettesse comunque un punto a questa vicenda di lunghe agonie tra un ricorso ed un altro, saresti proprio Tu, tanto quanto se ne gioverebbero l’onore e il decoro quantomeno morale di questa città.
A quanti continuano a chiederci “e adesso che succede”, noi saremmo finalmente in grado di rispondere che “il sindaco ha fatto l’unica cosa giusta da fare”. E tu potresti dire di Te stesso altrettanto”.