Terni, celebrato il 25 aprile: cerimonia e corteo
BREGA Eros Brega nel suo discorso ha rivolto un pensiero di vicinanza e solidarietà a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò trattenuti in India. Parlando della ricorrenza del 25 aprile, ha detto: “Terni ha dato un importante contribuito a scrivere questa pagina di Storia pagando in termini di distruzione, ricordo, infatti, che fu quasi completamente rasa al suolo dai 108 bombardamenti. Ma pagò anche con il sacrificio di migliaia di cittadini, la lotta di liberazione. Tanti furono i combattenti di quella stagione che decisero di essere protagonisti di quella lotta per la democrazia per dare a se stessi e alle generazioni future una prospettiva migliore. Uomini che in nome della libertà e della pace combatterono – ha continuato Brega – sacrificandosi per il dovere morale di dare a un Paese povero, devastato dalla guerra, nuove possibilità di crescita economica, sociale, culturale. E la nostra città, che fu insignita della medaglia d’argento al valor civile, seppe rinascere. Seppe trovare nei valori della pace, della libertà e della democrazia, la molla per la sua ricostruzione, una ricostruzione morale e materiale”.
Brega ha poi parlato della necessità per Terni di “ripartire. La città può farcela e può ben sperare nel futuro se saprà accogliere la lezione dei nostri padri, e se saprà far propria la loro maturità storica. Quella maturità che sprona a fare tutti insieme, per il bene comune”. Tuttavia, proprio a proposito della crisi economica che sta investendo il territorio ha evidenziato come questa stia “alimentando il senso di sfiducia nelle istituzioni e nello Stato. Il populismo, la facile retorica, i venti di antisemitismo sempre in agguato, costituiscono dei pericoli per le nostre istituzioni. Il dilagare dell’incertezza presta il fianco, infatti, a pericolose demagogie che rischiano di farci fare rovinosi passi indietro rispetto alle conquiste democratiche. Contro la demonizzazione della politica è bene ricordare che non c’è democrazia senza alcuna forma di rappresentanza. La politica, di certo, ha mostrato i suoi gravi limiti e le sue responsabilità. E oggi abbiamo il dovere di eliminare innanzitutto quell’atteggiamento autoreferenziale che la politica ha dimostrato negli ultimi decenni. Sta a noi, rappresentanti delle istituzioni per far tornare a vivere nei cittadini uno spirito di coinvolgimento rispetto alla cosa pubblica e al destino collettivo che ci ricorda quegli stessi sentimenti che furono così forti, 69 anni fa, da liberare il Paese e portare la democrazia”.
“Per fare questo – ha concluso Brega – dovremo avere il coraggio di affrontare il cambiamento, dovremo dare risposte al bisogno di rinascita del territorio, alla pressante richiesta di lavoro, alla necessità di equità e giustizia sociale”.