Terni, coltivazioni sopra a discariche e ortaggi a rischio, il Comune prende tempo
IL CASO Terni Oggi si era occupato della vicenda – sollevata dal M5S – in un’inchiesta in cui aveva appurato che proprio sopra a veleni sotterrati, da anni vengono coltivati ortaggi di ogni tipo che, secondo una testimonianza raccolta, finiscono anche in vendita in mercati e supermercati di Terni.
INTERROGAZIONI Nello scorso question time, il Movimento 5 Stelle aveva presentato interrogazioni su tutti i siti di bonifica ma l’assessore Giacchetti non si era presentato (assente giustificato per una riunione a Perugia sul tema dell’incenerimento dei rifiuti). Aveva però fornito delle risposte scritte. Risposte che sono quasi interamente costituite da una sorta di riassunto di quanto descritto dall’Arpa nel 2009. Per due siti ad alta presunzione di contaminazione su cui oggi si continua a coltivare, Giacchetti ha però scritto anche qualcos’altro.
RISPOSTA DELL’ASSESSORE Ecco cosa scrive tra l’altro l’assessore all’Ambiente in merito ai siti Maratta 1 e 2: “Si ha ragione di ritenere che il Comune abbia provveduto ad avvisare i proprietari dei fondi, ma – considerato il tempo intercorso e l’avvicendamento dei responsabili e degli addetti – non sono state rinvenute, al momento, le relative comunicazioni. Ad ogni buon conto, compatibilmente con gli impegni attualmente assunti su tutto il territorio comunale, si provvederà a tenere sotto controllo la vicenda”.
Tradotto: c’è l’ammissione di non aver trovato le – ipotetiche – comunicazioni ai proprietari dei terreni e la giustificazione risiede nel tanto tempo trascorso. Cioè, in 11 anni (dal primo piano di bonifica) il Comune di Terni non solo non ha provveduto ad effettuare le analisi e a intraprendere una eventuale bonifica, ma nel frattempo si è completamente dimenticato della questione al punto di non sapere nemmeno se siano state inviate delle lettere ai coltivatori. Dalla serie: in 11 anni non abbiamo risolto il problema e se poco è stato fatto, ormai ce lo siamo dimenticati.
CONFERENZA Dopo un mese dalle interrogazioni del M5S – nel frattempo la vicenda è finita sul blog di Beppe Grillo con un post di Thomas De Luca e Andrea Liberati – oggi in una conferenza stampa Giacchetti ha spiegato che è stato dato mandato agli uffici competenti di “inibire la captazione di acque sotterranee e prevedere un vincolo di inedificabilità assoluta delle due aree” di proprietà pubblica. Invece per gli altri siti ad alta presunzione di contaminazione in cui si è coltivato in passato e si continua a coltivare ancora oggi, ha parlato di future “verifiche alle attività private”. Soltanto dopo un indefinito lasso tempo, il sindaco potrebbe emettere un’ordinanza per vietare le coltivazioni. Per ora quindi solo eventuali comunicazioni ai privati che potrebbero attivarsi per effettuare delle analisi di suolo e acque.
Tutto questo dopo 11 anni dal primo piano di bonifica regionale in cui le discariche interrate e le coltivazioni a rischio erano già state segnalate.