Terni, diossina in alimenti, Italia Nostra, Wwf e No Inc: ”Altri 6 casi di uova contaminate”

Ad accendere i riflettori sulla vicenda erano state Italia Nostra e WWF lo scorso marzo ma le istituzioni avevano fornito risposte soltanto a fine agosto. Ora emerge che quelle risposte non erano nemmeno complete. La questione è quella della diossina trovata in campioni di uova prelevate da allevamenti rurali di Terni. Oggi Italia Nostra, WWF e Comitato No Inceneritori, svelano che non sono soltanto 4 i campioni risultati contaminati (così come sostenuto da Ausl2) bensì 10, cioè quasi il 50% del totale delle uova esaminate.

Il comunicato congiunto di Andrea Liberati di Italia Nostra Terni, Giuseppe Rinaldi di WWF Umbria e Fabio Neri del Comitato No Inceneritori Terni:

“Emerge in tutta la sua crudezza un essenziale brandello di verità sulla storia delle diossine negli alimenti a Terni.

Pochi giorni or sono la ASL 2 aveva ufficialmente riferito della contaminazione di ‘soli’ quattro campioni di uova sui 22 prelevati nel 2013 fino a cinque chilometri dal ‘SIN Terni-Papigno’. Tali allevamenti erano stati poi distrutti, ma non senza polemiche per le modalità comunicative adottate.

In questa drammatica dioxinleaks spuntano ora informazioni nuove e compromettenti per numerose Istituzioni, troppo spesso dimentiche di segnalare ai cittadini ternani e umbri le reali conseguenze dell’inquinamento anche sulle più comuni abitudini alimentari.

Quella che segue è una tabella che sintetizza i veri risultati del monitoraggio eseguito nel 2013 sulle diossine nelle uova.

Matrice uova

Non Conformità

Superamento Livello di Azione

22 campioni di uova allev. rurali

1.     campione uova PCBNDL

2.     campione uova DIOSSINA E PCBDL

3.     campione uova DIOSSINA E PCBDL

4.     campione uova DIOSSINA E PCBDL

6 campioni di uova con valore > al limite di azione

Terni non è una città da trattare con leggerezza.

La ASL 2 ha omesso di rappresentare ai residenti della Conca informazioni cruciali, collocate nella parte destra della tabella e relative alla pesante contaminazione di altri sei campioni di uova oltre il livello di azione (limite pari a 1,75 pg/gr), ossia quella soglia dopo la quale l’Unione Europea impone di accertare le fonti inquinanti –e noi nutriamo forti sospetti al riguardo- assumendo iniziative per il loro contenimento/eliminazione dagli alimenti e procedure di risanamento.

Occorre ricordare che per la letteratura scientifica il tasso medio di diossina nelle uova è ricompreso tra 0,2 e 0,4 pg/gr: al contrario Terni si attesta su multipli assai significativi, ma ancora una volta tutto è stato deliberatamente minimizzato, con rassicuranti comparsate tv, sorvolando sul contesto ambientale in cui stiamo affondando, caricando viceversa poveri allevatori di presunte quanto offensive responsabilità, essendo stato raccomandato loro di non bruciare plastiche accanto agli stazzi e amenità consimili.

Questi dati sono invece la conferma di una contaminazione ampia e diffusa per la quale è necessaria una full disclosure da parte anzitutto della Regione Umbria, competente per le attività ASL.

Con una petizione pubblica, assieme a oltre 15.000 persone, già in marzo chiedemmo alla Regione notizie sul superamento delle soglie di azione anche in considerazione dei rischi da bioaccumulo. Non sbagliavamo, ma per mesi quelle informazioni sono state sigillate nei cassetti. Fino ad oggi”.

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