Terni, diossina negli alimenti, Italia Nostra e WWF: ”Risultati esami segreti da tre anni”

La Regione Umbria negli ultimi tre anni ha eseguito diversi esami per verificare la presenza di diossine, Pcb e metalli pesanti negli alimenti di origine animale (latte ovi-caprino) prodotti a Terni ma non ha mai pubblicato i risultati. La denuncia arriva da Italia Nostra Terni e WWF Umbri. In un comunicato congiunto Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi spiegano di aver potuto visionare un documento in cui si fa menzione di risultati da approfondire soprattutto nelle aree limitrofe alll’impianto siderurgico Ast e agli impianti di incenerimento di rifiuti.

Il comunicato di Italia Nostra Terni e WWF Umbria:

“Risulta agli scriventi che, dapprima con determina dirigenziale (n. 8237/2011) e poi con delibera di Giunta (n. 1780/2012), la Regione Umbria abbia ordinato per due volte consecutive il monitoraggio delle diossine, PCB e metalli pesanti negli alimenti di origine animale (latte ovi-caprino) prodotti in aree della Conca che l’ente medesimo definisce ‘potenzialmente inquinate’.

Ne parliamo con cognizione di causa, avendo visionato documenti che, nel sito della Regione, non sono rintracciabili. Opacità ricorrente, ma davvero stonata, considerando le leggi sulla trasparenza degli atti della P.A. e soprattutto il rilevante pubblico interesse in gioco.

Un primo monitoraggio sarebbe dunque stato eseguito nel 2012 nell’esclusivo ambito del SIN Terni-Papigno, ampia area cittadina di cui lo Stato impone la bonifica da oltre un decennio.

Il secondo esame sarebbe avvenuto invece nel primo semestre 2013 all’esterno del SIN fino a un raggio di km. 5; avrebbe riguardato 30 campioni di latte ovo-caprino, provenienti da 30 allevamenti diversi, scelti in modo random sugli 88 presenti. ASL ha provveduto alla raccolta dati.

Quali risultati giungono dalle indagini effettuate? Nessuno può saperlo, sembra.

A noi però consta che, dopo il primo monitoraggio, visti alcuni superamenti del livello di c.d. ‘azione’, sia scattata l’applicazione delle Raccomandazioni 88 e 794/2006 della Commissione europea, imponendo così la mappatura della zona, avviando ‘indagini per individuare la fonte di contaminazione’, assumendo iniziative volte a ‘ridurre o eliminare’ suddetta fonte e ulteriori controlli in matrici diverse da quelle in un primo tempo analizzate.

La Regione ha infatti ritenuto meritevole di un secondo approfondimento non altri, ma esclusivamente l’area ‘potenzialmente inquinata’ di Terni, ‘tenuto conto dei risultati’ del precedente monitoraggio, ritenendo stavolta di procedere ‘con particolare riferimento a quella parte dove insistono l’impianto siderurgico TK AST e i tre impianti di incenerimento/termovalorizzazione di rifiuti presenti in Umbria (…)’. Cosa deriva da tali studi? Quali determinazioni sono già state adottate? E quanti prodotti, quanti allevamenti dunque sono risultati completamente conformi rispetto al totale? Manca persino una descrizione sintetica.

Come mostra la letteratura medica si parla però di sostanze particolarmente pericolose in quanto consentono il bio-accumulo e sono persistenti: l’organismo impiega anni per eliminarle. Né è rassicurante che un bambino assuma nel latte una quantità di diossine attorno al livello di azione.

E’ pertanto necessaria una full disclosure da parte della Regione e delle Autorità sanitarie, informando correttamente la cittadinanza in merito alle misure intraprese e agli eventuali provvedimenti adottati, allevamento per allevamento, come in questi casi si fa usualmente anche altrove, come potremmo facilmente dimostrare.

Né si capisce perché, a ben tre anni dalla prima determina regionale, nulla ancora trapeli. E non dovrebbero occuparsene Italia Nostra e il WWF, ma altri”.

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