Terni, diossina nelle uova, incontro Fratini – Di Girolamo. Italia Nostra: ”Ecco i dati”
Ieri, a distanza di 6 mesi da quando Italia Nostra e WWF avevano sollevato la questione, c’è stato un incontro tra il sindaco Leopoldo Di Girolamo e il direttore della Ausl2 Umbria, Sandro Fratini. Quest’ultimo si è impegnato a far avere all’amministrazione comunale un documento dettagliato. I due hanno inoltre stabilito di affrontare la questione congiuntamente ma hanno anche fatto sapere che non ci sono motivi di preoccupazione per i cittadini ed è da escludere che siano necessari provvedimenti e ordinanze a tutela della salute pubblica.
Questa mattina il presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati, è tornato sull’argomento ricostruendo la vicenda e pubblicando i dati. Il suo comunicato:
“Sia nel 2012 che nel 2013 sono state effettuate puntuali ricerche dei contaminanti negli alimenti di origine animale nell’ambito del relativo “Piano nazionale di monitoraggio delle diossine negli alimenti di origine animale”, prodotti fino a cinque km da aree ad elevata criticità ambientale quali i siti di interesse nazionale (SIN), definiti dal decreto legislativo del 14 aprile 2006, n. 152, anche con riferimento al Protocollo Stato/Regioni del 22 novembre 2013, alla DGR Umbria 1780/2012 e alla determina dirigenziale Regione Umbria 3387/2013.
Da mesi il Ministero della Salute è in possesso di questi dati. Essi giungono dall’Istituto Zooprofillatico Umbria-Marche. La Regione, da tempo, dovrebbe sapere molto al riguardo.
Avevamo parlato del tema pubblicamente già in marzo assieme al WWF. Frattanto il consumo umano di uova è proseguito tranquillamente addirittura persino nelle zone contaminate, come le cronache hanno attestato.
Tali informazioni, comprensive dello schemino predisposto dal Ministero della Salute, le poniamo ora a servizio dell’attento Comune di Terni e, segnatamente, del sindaco e del neo-assessore all’Ambiente, ricordando loro che i campioni di uova prelevati constavano ognuno di 30 unità. Non propriamente “quattr’ova”!
Inoltre suggeriamo ai medesimi soggetti di farsi inviare dalla ASL2 o dal Ministero della Salute dati numerici disaggregati, chiarendo l’ubicazione di tutte le aree di prelievamento, classificando i contaminanti nelle uova conformemente a quanto previsto nelle Raccomandazioni europee: negativo/soglia di azione-attenzione/positivo. Non è che si possa far tutto noi”.