Terni, dipendenti della Provincia annunciano sciopero contro scelte dell’Amministrazione
I dipendenti avevano proclamato lo stato di agitazione in estate e, di fronte allo spettro del dissesto di bilancio, avevano avanzato diverse proposte (qui l’articolo). A distanza di diversi mesi in cui non hanno avuto soddisfazione delle proprie richieste, hanno deciso di alzare il tono.
Le rsu dei dipendenti della Provincia di Terni sostengono che “nonostante la Spending Review che di fatto ha tagliato il bilancio del nostro ente di circa il 40%, le varie proposte di legge susseguitesi, non ultima quella del ministro Del Rio che propone di far diventare le Province un ente di secondo livello e svuotato delle proprie competenze, la Provincia è un ente vivo che fornisce, pur tra mille difficoltà, servizi ai cittadini. Sono molteplici le competenze e i servizi che svolge la Provincia, come la gestione e manutenzione di più di 1000 km di strade, degli edifici scolastici, delle autorizzazioni ambientali necessarie per l’attività delle imprese, dei servizi dei centri per l’impiego, della formazione professionale, dell’attività pianificatoria territoriale, della gestione del demanio idrico, della programmazione faunistica, della polizia mineraria, della polizia provinciale ecc”.
Dopo la premessa sulle numerose competenze in carico a Palazzo Bazzani, i dipendenti della Provincia sottolineano di volere che “il livello dei servizi erogati sia in linea con le aspettative dei cittadini. Per questo, da circa un anno chiedono che si faccia una riorganizzazione dell’ente che consenta di risparmiare somme da poter utilizzare per l’erogazione dei servizi. Nonostante ripetute sollecitazioni, l’Amministrazione provinciale di Terni ha deciso unilateralmente la destinazione della maggior parte del fondo per l’anno 2013, ignorando l’esistenza delle rappresentanze sindacali. Se si aggiunge ciò alla riduzione, superiore alla previsione di legge, operata dall’Amministrazione sul fondo 2013 rispetto al 2012 ha prodotto una riduzione che graverà esclusivamente sulla produttività, peraltro di per sé irrilevante”.
Per questi motivi “l’assemblea del personale ha deciso di prorogare lo stato di agitazione dei dipendenti, di interrompere le trattative finché non ci saranno i presupposti per tornare al tavolo delle trattative, di indire uno sciopero del personale dipendente”.