Terni, famiglie e imprese in crisi: ogni giorno 30 mila euro di debiti non pagati. Economia in sofferenza

Aumentano i debiti che famiglie e imprese di Terni non riescono a pagare. Nei primi sei mesi del 2013 ben 6 milioni di euro non sono stati onorati: in media ogni giorno circa 30 mila euro di debiti non vengono pagati. A dirlo è il presidente della Camera di commercio, Enrico Cipiccia, in occasione della diffusione dei dati dell’Osservatorio congiunturale di industria e commercio realizzato dall’ente, in collaborazione con la società Questlab. Dati che evidenziano una situazione quasi disastrosa, soprattutto sul fronte occupazionale.

Secondo la rilevazione relativa al terzo trimestre 2013, si può iniziare a parlare di attenuazione degli effetti della crisi, ma non ancora di inizio di ripresa: i dati congiunturali sull’andamento del manifatturiero e del commercio hanno infatti ancora il segno negativo, ma con una accentuazione meno marcata rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Insomma, mettendo da parte gli ottimismi, la situazione dell’economia ternana resta difficilissima ed ha solo rallentato il peggioramento.

Per quanto riguarda l’industria, la produzione scende su base congiunturale all’1,8%, ma va peggio alle piccole aziende dell’artigianato che perdono il 3,2%. Perdono di più le alimentari -9,4% mentre chimica e tessile segnano rispettivamente un +4,8% e +3,9% rispetto al secondo trimestre dell’anno. Su base annua, la produzione registra un crollo e si attesta a -7,7% , mentre a livello regionale la produzione annua segna meno ma con un ritmo decisamente meno marcato (-1,5%). Scende rispetto ad un anno fa anche l’andamento degli ordini (-4,1%).

Nelle aziende dell’artigianato l‘occupazione registra un drammatico -14,9%, (a livello regionale si attesta a -7,5%), tiene invece tra le aziende di media grandezza (+2,3%). Il fatturato perde -1,7% rispetto al secondo trimestre, perdite decisamente più contenute in confronto ad un anno fa quando perdeva al terzo trimestre il 6%.

In merito al commercio, nel breve periodo si registra una contrazione delle vendite del 3,2%, un calo generalizzato che, rispetto al secondo trimestre dell’anno, ha riguardato sia il commercio al dettaglio che la grande distribuzione. La perdita più marcata ha coinvolto le microimprese del commercio al dettaglio di prodotti non alimentari che hanno registrato una flessione delle vendite del 5,2%.

Da un punto di vista quantitativo, gli ordinativi delle imprese flettono in tutti i comparti. Tra luglio e settembre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2012 la perdita complessiva è del 2,3%. Il segno negativo si registra in tutte le classi dimensionali d’impresa, tranne che per le grandi imprese con oltre 50 dipendenti.

Commentando i dati e rimarcando i numeri sui pagamenti non onorati, il presidente Cipiccia sottolinea che “occorre fare presto, istituzioni locali, regionali e governo centrale devono ritrovare una forte unità d’intenti, per rendere il nostro Paese più competitivo e restituire alle imprese, quel ruolo di centralità e di attore determinante della scena economica”.

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