Terni Festival: si inizia con il cinema d’autore
Lkn Confidential di Zimmerfrai è il ritratto di un quartiere di Bruxelles visto da dentro le vetrine di negozi e pubblici esercizi. Il film è girato in una singola e apparentemente normalissima strada: Rue de Laeken/Lakensestraat. La decadenza commerciale della strada, finita la belle époque degli anni Sessanta, si è assestata in un “tempo lento” in cui convivono botteghe tramandate da generazioni, famiglie di panettieri e barbieri che abitano nel retrobottega, prostitute e papponi, bar di habitué, spacciatori, negozi per collezionisti, il teatro fiammingo e il museo della massoneria. Il film entra ed esce da questi luoghi pubblici di proprietà privata chiedendosi cosa si vede da dietro il bancone, cosa succederà dopo, cosa resta del lavoro e della vita stessa. Lkn Confidential, in francese, fiammingo e italiano con sottotitoli, sarà proiettato presso la Sala dell’Orologio del Caos il 27 e 28 settembre alle ore 17,19 e 23.
Con “Per non svegliare i draghi addormentati” di Marco D’Agostin si conclude il ciclo di spettacoli inseriti nel progetto “Teatri del tempo presente” in scena al Terni Festival. La performance racconta due storie, accomunate dal solo desiderio di galoppare veloci. Il suo andamento è simile a quello della memoria: qualcosa arriva da lontano, si accende e poi d’improvviso si spegne, a volte un’amnesia interrompe il racconto, altre il ricordo è tanto forte da accecare il paesaggio. Sulle teste di principi e cavalieri, animali e regine, resta sospeso l’augurio che T.S. Eliot faceva ai naviganti: non fate un buon viaggio, ma viaggiate lontano. Per non svegliare i draghi addormentati sarà in scena al teatro Secci il 27 settembre alle 20,45.
La serata di venerdì 27 settembre vedrà in scena anche gli ultimi due spettacoli della Generazione Scenario: Trenofermo A-Katzelmacher di No (Dance First-Think Later) e W di Beatrice Baruffini. Trenofermo A-Katzelmacher vede in scena 20 occhi, 10 teste, 9 cafoni e uno straniero. Si riconoscono sul loro sempr’eterno, sempr’arrugginito marciapiede. Non hanno una città, la vivono. In modo parassitario, ma non lo sanno. La trama è facilissima nei fatti, incomprensibile nei motivi che la mandano avanti (e indietro). Storia di motorini, ragazze madri, amori, sogni. Sogni facili.Nelle camerette con poster di neomelodici. Il sud. Il sud che è niente. Che siamo noi. Attraverso gli occhi di uno straniero. Occhi sporchi di terra straniera. Che hanno paura e fanno paura. La performance sarà in scena presso lo Studio 1 alle 21,45.
W è una storia di ribellione e di resistenza, di uomini e donne tutti di un pezzo. La prova di resistenza è una prova caratteristica del mattone forato. W è il grido di vittoria di chi supera quella prova senza morire. A Parma nel 1922, nei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio, gli abitanti resistettero, innalzando le barricate, all’aggressione dei fascisti guidati da Italo Balbo. Furono cinque giorni di scontri in cui quasi tutta la città si schierò unita contro un comune nemico. Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. È un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. Si fa l’appello dei figli per vedere quanti sono. Si fischietta Verdi, ci si prende a pugni, ci si allena alla lotta. Si sceglie la guerra. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate. Lo spettacolo sarà in scena presso lo Studio 1 alle 22,10.