Terni, Forza Italia si spacca su candidatura di Crescimbeni. Biscetti: ”Partito mai nato”
Biscetti parte da una premessa: “La sinistra locale, unica e sola responsabile della quasi irreversibile crisi socio-economico-culturale della nostra città si attorciglia su sé stessa e tocca il minimo storico di credibilità e consenso, devastata da faide interne e dal sempre maggiore venir meno di un mefitico e logoro sistema di potere assistenziale, clientelare e parassita che l’ha contraddistinta attraverso la prima, la seconda ed attuale Repubblica”. Dalla premessa si passa alle valutazioni del suo partito: “Vedo, con ancora non del tutto rassegnato sconcerto, chi oggi ha responsabilità apicali all’interno del centro destra ternano andare in soccorso di questa decrepita e decotta ‘oligarchia rossa’ mettendo in campo, o meglio, avvitandosi intorno ad ipotesi e scelte a dir poco improbabili che forse sarebbe più opportuno definire ‘non scelte’ e che a questo punto è lecito ed inevitabile domandarsi se non siano addirittura, queste si, conniventi e complici”.
Biscetti parla di “spettacolo irritante ed avvilente vedere il mio partito ridotto ad un pallido simulacro di sé stesso in balia delle infondate e spropositate ambizioni di apprendisti stregoni di paese asserviti ad insane logiche provenienti dalla sponda destra del Tevere, di tentennamenti vegliardi o del rampantismo di inipotizzabili marziani, di paracadutati quanto impalpabili coordinatori specialisti in ‘opportuni’ (quanto qualificanti) salti della quaglia e plastificati maquillages inutili sempre e dannosi oggi per un partito come Fi che, al pari di Terni, rischia di vanificare l’ultima possibilità di riscatto e rilancio andando incontro ad una debacle che certificherà (se alla fine, con pervicacia politica solo apparentemente delirante, si continuerà a perseguire simili logiche) il decesso di un partito di fatto mai nato”.
Un attacco che non salva niente e nessuno: ne i coordinatori locali ne il possibile candidato sindaco Crescimbeni. “Dico questo – conclude Biscetti – con il distacco e la critica affettuosa e quindi severa di chi, essendosi chiamato fuori da tempo, non ha nulla da ambire per se stesso e con l’amore che nonostante tutto continuo a credere questa nostra sfortunata città meriti ancora, con la (per quanto flebile) malcelata speranza che questo sasso gettato nell’immobile stagno della ragione di troppi induca chi deve a sane e costruttive riflessioni e a fermarsi un passo e un attimo prima del baratro”.