Terni, gira l’Italia con auto dell’Usl e si fa rimborsare oggetti privati: dipendente denunciato

Viaggi di piacere con l’auto dell’Usl di Terni, minacce al gestore di una stazione di servizio per farsi regalare oggetti che poi (fingendo di averli pagati) si faceva rimborsare dall’ente pubblico: sono alcune delle accuse che la guardia di finanza contesta ad un dipendente dell’Usl “Umbria 2”.

Secondo le fiamme gialle M.A. di 63 anni “ha approfittato spudoratamente della sua posizione di dipendente e responsabile gestionale di un ufficio dell’Usl commettendo una serie di abusi”. Tra il 2009 ed il 2012, l’uomo avrebbe realizzato una serie di reati ai danni dell’ente pubbico che gli avrebbero consentito, fra l’altro, di percepire indebitamente una somma pari a circa 25 mila euro.

La guardia di finanza di Terni spiega di aver accertato che il dipendente pubblico ha utilizzato per anni l’autovettura dell’Usl 2 per scorrazzare a piacimento in varie regioni italiane, dalla Lombardia alla Toscana, dalla Puglia all’Umbria, sempre per finalità private, assolutamente estranee alle esigenze dell’ente. Per non essere individuato aveva omesso di istituire il relativo libretto di marcia ed ovviamente non registrava i chilometri percorsi.

Viaggi di piacere, vacanze, disbrigo di pratiche personali, tutto a spese della comunità. Ma c’è di più. Secondo i finanzieri, il dipendente infedele costringeva il gestore di un impianto di distribuzione di carburante a farsi consegnare – dietro minaccia di perdere il suo ruolo di fornitore ufficiale dell’Usl – utilità varie, che andavano dal pieno di benzina ai lavaggi auto ai regali di accessori, quali catene da neve, tergicristalli ecc. Tutti oggetti utilizzati personalmente dal dipendente il cui costo veniva però addebitato sulle schede carburante elettroniche in carico all’Usl Umbria 2 e quindi pagate con soldi pubblici. “Un arricchimento illecito del dipendente che provocava un danno ingiusto di pari valore all’Ente pubblico” affermano le fiamme gialle.

L’operazione della guardia di finanza denominata “Dracula”, si è conclusa con la denuncia del responsabile alla Procura della Repubblica per i reati di peculato, concussione e abuso d’ufficio.

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