Terni, il Consiglio comunale ha approvato il bilancio 2013
ASSESSORE D’UBALDI Nel corso del dibattito che ha preceduto la votazione, l’assessore al bilancio Piacenti D’Ubaldi ha affermato: “Il quinquennio che si chiude con questo rendiconto è stato difficilissimo e devastante per le finanze degli enti locali, non solo per la generalizzata riduzione delle risorse, ma anche per le difficoltà di natura istituzionali generali e per la produzione normativa convulsa sulla gestione della finanza locale. Nonostante tutto ciò, il risultato complessivo per il Comune di Terni può essere valutato positivamente e di questo vanno ringraziate la precedente amministrazione, il mio predecessore Libero Paci e gli uffici”.
Piacenti D’Ubaldi ha poi spiegato i motivi per i quali si è giunti in ritardo all’approvazione del consuntivo, “dovuti anche in questo caso alle incertezze della normativa nazionale. La nuova Giunta ha immediatamente riadottato lo schema del rendiconto che poi è stato inviato nella commissione competente. Il consuntivo portato all’attenzione del Consiglio comunale vede un avanzo di amministrazione per 27 milioni e 300 mila euro in gran parte vincolati. Gli accertamenti definitivi di entrata ammontano a 234 milioni, la spesa a 216 milioni e 600 mila euro. La scelta di fondo dell’amministrazione – ha proseguito Piacenti D’Ubaldi – è stata quella di garantire un buon sostegno al welfare, per cercare di tamponare a livello locale, per quanto possibile, gli effetti della crisi sulle fasce più deboli della popolazione”.
“Nonostante la situazione – ha aggiunto l’assessore – c’è stata comunque la possibilità di contrarre nuovi mutui per 4,8 milioni di euro per completare opere già avviate e per iniziarne di nuove. In generale – ha spiegato l’assessore – l’indebitamento complessivo pesa sulle scelte dell’ente, ma rientra in un livello fisiologico, rispettando le percentuali massime (l’8%), mentre quello del Comune di Terni di attesta al 6,2%. Anche la spesa del personale pur continuando ad essere rilevante, rientra anch’essa nei limiti, fermandosi al 39,47% e restando dunque sotto la soglia del 40%, anche perché, in questo quadro generale di difficoltà, l’amministrazione ha posto in essere una spending review interna, che ha inciso proprio sul personale con un risparmio di un milione sul costo, al quale se ne sono aggiunti altri significativi, tra i quali quelli sugli affitti passivi (500mila euro), e sulle spese telefoniche diminuite di circa 200mila euro”.
Piacenti D’Ubaldi si è poi soffermato sulle criticità messe in evidenza dal lavoro “approfondito e puntuale” del collegio dei revisori e, in particolare sul tema dei residui attivi e passivi e sulla situazione dell’ente nei confronti delle partecipate. “Il lavoro sui residui negli ultimi anni – ha detto D’Ubaldi – ha prodotto risultati significativi: sono stati cancellati 28,9 milioni di residui attivi e 26,2 di residui passivi dal 2009 al 2013”. Sulla partita dei residui il Comune continuerà ad intervenire utilizzando anche le possibilità che vengono dal fondo svalutazione crediti introdotto dal Governo Monti. Per quel che riguarda le partecipate, infine, anche in questo caso è stato effettuato un lavoro ampio di parificazione delle partite crediti e debiti. ”Le criticità ci sono e per questo occorre continuare ad approfondire l’argomento, considerando anche le strategie già prospettate dal Governo nazionale”.
CONSIGLIERI Durante il dibattito hanno preso parola diversi consiglieri comunali. Enrico Melasecche (IlT) ha bocciato il documento contabile: “La città di Terni non attrae più nessuno, i giovani scappano, l’amministrazione non ha idee e il conto consuntivo rispecchia questa situazione: un bilancio tutt’altro che tranquillizzante, l’immagine di una città sciatta, con una giunta che non se ne preoccupa. Le amministrazioni precedenti – ha detto ancora Melasecche – hanno speso molto, ma molto di più di quello che avrebbero potuto: oggi servirebbe una giunta forte coraggiosa determinata, capace di uno strappo rispetto al passato”.
Per Paolo Crescimbeni (FI) c’è stata una “scorretta gestione dei residui attivi in bilancio: ci sono milioni di euro portati in attivo che non potranno mai essere riscossi”. Per Crescimbeni il conto consuntivo presenta dunque delle “gravissime anomalie che non possono essere giustificate da quella che è stata definita un’aggressione da parte del Governo sulla finanza locale”. “Approvare questo bilancio – ha concluso – sarebbe un atto di grande irresponsabilità, perché esporrebbe la città ad un grave pericolo. Sarebbe necessario invece che la Giunta riconoscesse le carenze e avviasse un’operazione di risanamento”.
Valentina Pococacio (M5S) ha rilevato che “la discussione in corso oggi in Consiglio comunale è identica a quella sull’approvazione del consuntivo dello scorso anno, con gli stessi rilievi, le stesse criticità. L’amministrazione, dunque, è rimasta sostanzialmente ferma, causando un danno a tutta la comunità. Il Comune è incapace di riscuotere i propri crediti” e questo è iniquo anche nei confronti dei cittadini che pagano il dovuto alle casse comunali. Il Comune di conseguenza non riesce a pagare, oppure lo fa indebitandosi. Inoltre – ha concluso Valentina Pococacio – dall’esame del conto consuntivo emerge che il Comune non è capace di controllare l’attività delle sue partecipate”. Anche Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle ha fortemente criticato l’impostazione del rendiconto di gestione 2013, parlando di “negazionismo contabile” della Giunta che si aggiunge al già denunciato “negazionismo ambientale”.
Marco Cecconi (FdI), con il suo intervento ha ammonito la Giunta affinché “non continui a nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Qui nessuno gioca al tanto peggio tanto meglio ma stiamo semplicemente esercitando il nostro mandato con il massimo approfondimento e rigore. La somma delle censure mosse dai revisori – ha continuato il consigliere di Fratelli d’Italia – totalizza carenze strutturali molto gravi. E allora la domanda è: rimosse queste distorsioni, quale sarebbe il risultato finale? Quale bilancio finalmente veritiero ne verrebbe fuori?”. Infine Marco Cecconi ha fatto notare come le amministrazioni che si sono succedute non abbiano tenuto conto delle raccomandazioni mosse in precedenza dai revisori: “Occorre stoppare l’effetto-trascinamento di errori che si ripetono da un previsionale all’altro, da un consuntivo all’altro, da un previsionale a un consuntivo”.
Andrea Cavicchioli (Pd) ha detto che l’amministrazione continuerà ad operare con gradualità facendo tesoro anche delle indicazioni del collegio dei revisori. In questo senso Cavicchioli ha annunciato la presentazione di un atto d’indirizzo, proprio per impegnare l’esecutivo sulle priorità. Cavicchioli ha poi invocato una legislazione chiara per le finanze degli enti locali ed ha svolto una serie di considerazioni politiche: “Innanzitutto – ha detto – occorre rispettare il voto dei cittadini, che da poche settimane si sono espressi a favore di questa amministrazione, anche perché Terni in questi cinque anni di grandissima difficoltà è riuscita a tenere sotto il profilo sociale e a insistere su una politica d’investimenti qualitativi”. “Occorre poi considerare che i revisori hanno espresso un parere favorevole a questo conto consuntivo: sarebbe dunque paradossale che il consiglio comunale votasse contro”. Infine Cavicchioli ha fatto notare come il conto consuntivo rappresenti un atto sul quale il consiglio comunale non ha grandi margini di manovra, a differenza – ad esempio – del bilancio di previsione che dovrà essere approvato entro settembre.
Franco Todini (Lista Il Cammello), nel suo intervento ha sottolineato come “prima ancora dei fattori tecnici che pure presentano criticità, sul conto consuntivo ha influito negativamente una carenza di governance della città, che ha creato disservizi e diseconomie, a partire dalla gestione delle esternalizzazioni”. “Occorrono dunque – ha detto Todini – una nuova governance e una riorganizzazione dei servizi interni del Comune, capace di rimotivare i dipendenti”.
Francesco Ferranti (FI) ha espresso un giudizio negativo sul documento contabile sia dal punto di vista politico che tecnico. “Si prosegue – ha detto – sulla strada del tirare a campare; non si razionalizzano i costi improduttivi, ma si cerca di mantenere la capacità di spesa, con l’aumento, per quanto possibile, dell’indebitamento pro capite dei cittadini e continuando a utilizzare in maniera non corretta la partita dei residui”. “Non c’è traccia, invece, di una riflessione sugli investimenti per il rilancio e lo sviluppo della città”. “L’amministrazione – ha concluso Ferranti – gioca dunque solo di rimessa, assorbendo colpi e spalmando i debiti”.
Faliero Chiappini (Cittàperta) ha sottolineato la necessità di contestualizzare la discussione sul conto consuntivo nella drammatica situazione generale del Paese. “Le indicazioni dei revisori devono essere le basi per affrontare le criticità”. “Dobbiamo determinare una condizione – ha aggiunto Chiappini – affinché ci sia una governance sulla gestione dei servizi, sui rapporti con le partecipate e si pongano le basi per far ripartire lo sviluppo del territorio”.