Terni, veglia pasquale: “Viviamo da risorti, seminiamo vita e carità”

Solenne veglia Pasquale ieri nella Cattedrale di Terni, cui fanno seguito le celebrazioni che il vescovo, monsignor Giuseppe Piemontese, tiene oggi nelle concattedrali di Narni ed Amelia. Apertura con la  benedizione del fuoco e con l’accensione del cero pasquale, ornato dalle monache di clausura, portato in processione lungo la navata centrale della cattedrale di Terni nella celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese. Subito dopo, spazio alla Liturgia della parola con le letture dell’Antico Testamento e alla Liturgia battesimale con la benedizione dell’acqua del fonte battesimale, l’aspersione dell’assemblea e anche un battesimo.

Nell’omelia, il vescovo, partendo dal Vangelo, che vede le donne che vanno al sepolcro a cercare Gesù e non lo trovano, non pensando però al fatto che possa essere risorto, ha invitato ad una riflessione più generale sulla Fede: “Affrante dalla passione e dalla morte- dice il Vescovo – cercavano un cadavere e non pensavano al Signore come risorto. Così come è la nostra fede: a volte cerchiamo non il risorto, avendo la convinzione di seguire un grande saggio che ha parlato bene e ha fatto del bene. No! è il Signore risorto che è in mezzo a noi vivo e vero, non è uscito dal sepolcro, ma è risorto.Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, le donne si ponevano degli interrogativi come noi di fronte a quel mistero. I loro interrogativi sono i nostri di fronte alla passione e alla risurrezione di Gesù. (…) Non cerchiamo un tomba vuota, Gesù e vivo”.

“Riviviamo quell’evento – prosegue -alla luce della parola di Dio, sentiamo il grande annuncio della resurrezione del Signore che dà senso alla nostra esistenza e provoca un cambiamento. Tutti noi, chiesa particolare, vescovo, presbiteri, diaconi, religiosi e laici questa notte siamo invitati e guardare, riflettere e accogliere la lieta notizia che Gesù è risorto. Nella memoria della creazione, dell’ Alleanza, dell’Esodo e della passione e morte del Signore, celebrata e vissuta da ciascuno di noi nella memoria del battesimo, anche noi insieme agli apostoli, a Maria alla chiesa cresciamo nella fede in Gesù Risorto. L’Eucarestia che celebriamo compie e attualizza il mistero pasquale dalla notte di Pasqua, ogni domenica. Viviamo da risorti, cercando e seminando i semi non della morte ma della vita: comunione, benevolenza, carità, speranza, ottimismo, comprensione, concordia, perdono, pazienza, pietà, pace. Questi sono i semi della resurrezione nell’umanità e nella chiesa e che siamo chiamati a diffondere attorno a noi consapevoli dei nostri limiti e anche consapevoli che Gesù e morto e risorto per noi”.

Nella notte del venerdì Santo, il Vescovo si era invece concentrato sui fatti di cronaca: “L’umanità sta impazzendo in prima visione, anzi in mondovisione, nella globalizzazione del deterioramento della nostra umanità. Oggi vediamo una umanità orgogliosa, che ha disprezzo di principi etici, che ha posto le mani sulle sorgenti della vita, che sta trattando l’uomo come mezzo per procacciarsi interessi e guadagni, che non teme di sottomettere i simili a violenze di ogni genere, schiavismo, torture, stupri, terrorismo, persecuzioni, colonialismo sociale, politico, economico, morte. I fatti accaduti in Belgio, ultimi in ordine di tempo, stanno a dimostrare questo, insieme alle rivoluzioni, le uccisioni dell’Isis, di Boko Haram, le persecuzioni dei cristiani, la sottomissione lo schiavismo di uomini da parte di altri uomini”.

 

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