Terni, lavoratori Isrim: ”Le istituzioni si mobilitano per Ast ma licenziano noi”
Il ragionamento dei dipendenti dell’istituto di ricerca non fa una piega: “Mentre da un lato osserviamo una giusta mobilitazione per salvaguardare i posti di lavoro di 550 ternani a rischio per la vicenda Thyssen, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, dall’altro rileviamo che la politica locale licenzia 32 lavoratori il cui destino è legato direttamente alle loro scelte. Allora ci domandiamo: con che autorevolezza ci si siederà al tavolo della multinazionale di turno per convincerla a non licenziare se sono le Istituzioni a dare il cattivo esempio nell’unica vicenda che le vede protagoniste?”.
I lavoratori chiedono che sia almeno anticipata la seduta del Consiglio comunale, prevista per il 28 luglio (nella quale è all’ordine del giorno anche la discussione del caso Isrim), o di convocare un’assemblea straordinaria entro il 24 luglio. Il motivo è semplice: dopo il 25 luglio, una qualsiasi discussione sull’argomento, risulterebbe inutile. Per i lavoratori “sarebbe come prescrivere ad un malato una cura dopo essere stati al suo funerale!”
I dipendenti hanno già rivolto questa richiesta al presidente del Consiglio, Giuseppe Mascio, poiché ritengono che “l’anticipazione del Consiglio comunale sia un atto doveroso per permettere al Consiglio di esprimersi sul nostro fallimento prima che sia troppo tardi. Se così non fosse dovremmo dare ragione a quelle malelingue che vedono come scelta strategica posticipare la data di discussione del caso Isrim a giochi fatti, per non mettere i singoli consiglieri comunali nell’imbarazzo di dover licenziare direttamente con il loro voto i 32 lavoratori”.
Infine i lavoratori Isrim precisano di non aver “mai richiesto il ricollocamento in Enti pubblici essendo noto che le assunzioni avvengono mediante concorso pubblico ma la semplice applicazione della Legge di stabilità che impone il trasferimento dei lavoratori in esubero tra le aziende partecipate dai medesimi Enti”.