Terni, le proprietà curative delle staminali e del cordone ombelicale illustrate alla facoltà di medicina
La donazione delle cellule staminali del cordone ombelicale è il tema del convegno si svolgerà sabato 16 settembre, dalle 9 alle 12.30, nell’aula magna della Facoltà di medicina e chirurgia sede di Terni.
Nell’ambito dell’incontro, organizzato dal Comitato per la vita Daniele Chianelli e dall’azienda ospedaliera di Terni, con il patrocinio del Ministero della salute, della Regione Umbria e del Comune di Terni, esperti di settore faranno il punto sulla operatività del sistema e sulle misure da intraprendere per la promozione della donazione del cordone ombelicale, un atto assolutamente sicuro e non doloroso per la madre e il neonato.
Il sangue contenuto nei vasi del cordone ombelicale e della placenta (che normalmente sarebbero scartati dopo la nascita) è ricco di cellule staminali emopoietiche, cioè cellule indifferenziate che possono generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Esse rappresentano quindi una risorsa preziosa per chi soffre di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario come leucemia, linfomi e talassemia (quando non si trovano donatori di midollo osseo compatibili) e inoltre, essendo immature dal punto di vista immunologico, riducono il rischio di rigetto in caso di non perfetta compatibilità tra donatore e ricevente. È per questo che dal 1993, con l’apertura della prima banca pubblica per la conservazione del sangue cordonale in Italia, sempre più donne vengono invitate a donare, appena dopo aver dato alla luce i propri bimbi, le preziose cellule staminali contenute nel cordone ombelicale.
In Italia oggi sono attive 19 banche che raccolgono, analizzano e conservano le unità di sangue cordonale donate al momento del parto in 320 punti nascita convenzionati. Delle 40 mila sacche conservate solo una piccola parte viene utilizzata, ma è importante incrementare il numero dei prelievi per disporre di una sempre più ampia varietà di caratteristiche genetiche e aumentare le probabilità di trovare le cellule compatibili con qualunque paziente ne faccia richiesta. Le banche italiane sono collegate in una rete coordinata dal ‘Centro nazionale sangue’ e le caratteristiche genetiche delle cellule conservate sono riportate in un registro internazionale, in modo che si possa identificare in tempi brevissimi la sacca utile per un dato paziente e fargliela pervenire in qualsiasi parte del mondo.
In Umbria dai primi anni del 2000 sono attivi centri di raccolta a Terni, Spoleto e in Alta Valle del Tevere, che inviano campioni alle banche del sangue cordonale del Lazio e della Toscana. Nel 2015 presso il servizio immuno-trasfusionale dell’ospedale di Terni è stato istituito il ‘Centro di raccolta regionale del sangue del cordone ombelicale (CRR-SCO), che raccoglie i campioni dei vari punti nascita regionali per inviarli alla Banca Regionale SCO del Lazio con cui c’è una specifica convenzione, e dal 2016 sono operativi anche i punti nascita di Perugia, Foligno ed Orvieto.
Il programma del convegno prevede i saluti del presidente del Comitato per la vita Daniele Chianelli, Franco Chianelli, e del direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni Maurizio dal Maso, cui seguiranno, coordinati dal prof. Adolfo Puxeddu, gli interventi del Dott. Augusto Scaccetti, direttore del SIT di terni e del Centro regionale di raccolta del sangue cordonale dell’Umbria. Altri interventi quello della dott.ssa Antonietta Bianco sul ruolo dell’ostetrica nella donazione del sangue del cordone ombelicale, del direttore del Centro regionale Sangue dott. Mauro Marchesi sull’impegno nella promozione della donazione, del prof. Stefano Brancorsini dell’Università degli studi di Perugia sull’attività di ricerca con le cellule staminali cordonali non bancabili, nonché della dott.ssa Veronica Valle sulle funzioni e le prospettive della banca cordonale del Lazio, del direttore di ostetricia e ginecologia dell’Azienda ospedaliera di perugia, il dott. Giorgio Epicoco, sulla raccolta nei punti nascita della Regione.
Seguiranno un dibattito e l’intervento conclusivo del professore William Arcese dell’unità di trapianto cellule staminali del policlinico di Tor Vergata, che disegnerà lo scenario italiano del trapianto delle cellule staminali cordonali.