Terni, mafia, Italia Nostra: ”Autorità di Stato commensali di soggetti sotto processo”

Non si ferma il dibattito sulla mafia a Terni, nato dalle dichiarazioni del pm Elisabetta Massini e proseguito da altri rappresentanti politici e istituzionali. Oggi Italia Nostra Umbria solleva una questione particolarmente delicata ed importante: il vicepresidente dell’associazione, Andrea Liberati, denuncia l’inopportunità di chi, pur essendo autorità di Stato, “è commensale di soggetti addirittura portati a processo dalla locale Procura”.

Il comunicato del vicepresidente di Italia Nostra Umbria, Andrea Liberati:

“‘Onestà, onestà, onestà, onestà, e ancora onestà, perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo’: Alberto Manzi, negli anni dell’Italia gentile, quella di Non è mai troppo tardi e della lotta all’analfabetismo generalizzato, così salutava i piccoli delle Elementari. Cittadini in nuce incitati orgogliosamente a camminare da soli, e sempre a testa alta. ‘Ricordatevi –li ammoniva- che mai nessuno potrà bloccarvi, se voi non lo volete; nessuno potrà mai distruggervi, se voi non lo volete’.

La regressione culturale italiana è questione morale; una questione che, nel tempo, è sembrata solo accentuarsi grazie all’intreccio tra politica e affari. Certamente avvertito di questo stato di cose, nei giorni scorsi il Comitato per l’ordine e la sicurezza della provincia di Terni rilascia un comunicato ove smentisce ‘evidenze di un radicamento della criminalità organizzata in questa provincia’: ipsi dixerunt.

Eppure suona strano: a mero titolo di esempio, sono anni che il dibattito, non solo a Terni, indica l’emergenza degli appalti ‘su misura’, una delle ‘mafie’ che imperversano in Italia. La cronaca insegna che non ci sono solo coppola, lupara e pizzini. La mafia si muove e veste ormai altri panni, essendo talora penetrata fin dentro le Istituzioni, fino al Comune di Roma.

Ma per Terni, secondo tale qualificato Comitato, pericolo scampato finora, se non fosse che, proprio quello stesso giorno, emergevano (ulteriori) notizie su operazioni condotte da Procure extraregionali a carico di alcuni umbri per Mafia Capitale. Sensazione di essere dinanzi alla punta di un iceberg.

Su altro fronte spunta poi una nota assai singolare.

Risulta a molti cittadini di Terni che il predetto Comitato rischi di essere scalfito nella propria autorevolezza, perché anche composto da chi è commensale (abituale?) di soggetti addirittura portati a processo dalla locale Procura, fatti non solo inammissibili nelle democrazie occidentali, ma tali da frantumare pure qualche tonnellata di codici etici e di regole non scritte, ultimi anticorpi alla deriva in corso in Italia.

Rigore e prudenza imporrebbero viceversa di evitare qualsiasi frequentazione nel distretto di competenza, a maggior ragione se di tipo assolutamente inopportuno, perché simili episodi indeboliscono e mortificano l’autorità dello Stato fino a metterne in pericolo la stessa legalità: ogni uomo di Stato dovrebbe rileggersi con attenzione Il giudice va a cena da solo, articolo rinvenibile on line, ospitato qualche tempo fa nella sezione ‘opinioni’ de La Stampa a cura del prof. Carlo Federico Grosso.

Unitamente ad altri, questa associazione è pronta a comprovare tali asserti nel quadro di una rigorosa testimonianza civile e morale: nelle more invitiamo gli interessati a un formale e deciso passo indietro. Non è mai troppo tardi per capire gli errori. Per imparare. Per cambiare”.

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