Terni, Melasecche: “Bilanci del Comune falsificati, sindaco non poteva non sapere, in arrivo denunce”
Melasecche ritiene che “il sindaco non poteva non sapere” e annuncia denunce alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica.
Il comunicato di Enrico Melasecche:
“Ho sollecitato la giunta a procedere con assoluta urgenza nella formalizzazione delle nomine del neo sorteggiato collegio dei Revisori dei Conti del Comune. Lunedì mattina vota la III Commissione e nel pomeriggio sarà la volta del consiglio. È indispensabile al più presto un confronto con la Commissione. Ciò che emerge dai documenti esplosivi in merito ai debiti fuori bilancio nascosti alla città, evidenzia la falsificazione dei bilanci consuntivi 2014 e 2015 del Comune con un disavanzo d’esercizio che va probabilmente a raddoppiare o triplicare.
La situazione è grave e le responsabilità vanno perseguite con rigore. Necessita una ridefinizione degli importi prendendo provvedimenti sanzionatori nei confronti di tutti coloro che erano a conoscenza dei debiti non autorizzati, che hanno proceduto con leggerezza ad impegnare l’Ente oltre il consentito, impedendo scientemente al consiglio comunale di venirne a conoscenza. Non solo, sarebbe interessante conoscere come intendono agire i tre precedenti revisori dei conti tenuti all’oscuro della reale situazione debitoria e che non fanno proprio una bella figura non essendosi accorti di quanto da tempo stava bollendo nelle segrete stanze degli assessori al bilancio, alla scuola e delle relative dirigenti. Salvo altre sorprese in arrivo.
Non avendo la minima fiducia nel sindaco, che non poteva non sapere, sto con altri consiglieri predisponendo una denuncia formale nei confronti della Corte dei Conti e della Procura per la falsificazione dei bilanci 2014 e 2015, per il danno non solo di immagine ma economico finanziario causato da coloro che ritenendo di poter spendere danaro pubblico ben oltre le disponibilità di bilancio non hanno segnalato alla competenza del consiglio le eventuali necessità.
Chi ha agito con prepotenza e mala fede, nascondendo peraltro la verità per mesi e mesi a chi svolgeva, da pubblico ufficiale, le proprie funzioni di vigilanza e controllo è giusto che cominci a pagare”.