Terni, nigeriana incinta denuncia poliziotto per insulti razzisti ricevuti in questura

La procura di Terni ha aperto un fascicolo mentre la questura, allo stesso tempo, sta effettuando un’indagine interna. Due procedimenti avviati dalle rispettive istituzioni pubbliche a seguito di una denuncia sporta da una cittadina nigeriana di 31 anni, nei confronti di un poliziotto in servizio a Terni per presunti insulti razzisti.

Il fatto è avvenuto lunedì scorso, in tarda mattinata. La donna, incinta di otto mesi, si reca presso la questura, dov’è tenuto il suo compagno e padre del bambino che porta in grembo, accompagnata da un suo amico di 35 anni originario dello Zimbabwe. Arrivati presso la struttura di via Roberto Antiochia, la 31enne chiede informazioni circa le condizioni del suo compagno trovato dalla polizia con documenti falsi. Le risponde un poliziotto senza divisa che le chiede, con “tono brutale”, secondo quanto denunciato, se sia il marito. La donna risponde che non è sposata, ma è il compagno da cui aspetto il bebè. La 31enne continua a chiedere di vedere quando è li che l’uomo rivolge nei confronti della donna la frase incriminata: “Se non ti stai zitta ti do un calcio in culo e ti mando via come un animale”.

In difesa della donna interviene l’amico 35enne che cerca di riportare la calma tra i presenti ma, anche quest’ultimo, sempre secondo quanto riportato nella denuncia, viene invitato dapprima a stare zitto in quanto non avrebbe neanche il permesso di soggiorno (dopo si accerterà che hanno regolare permesso di soggiorno), e poi allontanato a spintoni. A quel punto i due decidono di uscire dalla questura. Poco dopo rientrano e decidono di sporgere la denuncia, presa in carico da un altro poliziotto che tra l’altro era presente al momento dei fatti.

Ora starà alla procura e alla questura accertare quanto denunciato e verificare se si siano effettivamente verificati episodi razzisti. Tra l’altro la frase incriminata non sembra essere razzista: potrebbe essere rivolta anche ad un italiano senza perdere di significato. Probabilmente sarà invece da valutare l’atteggiamento globale, eventuali discriminazioni al di là degli insulti che sembrerebbero generici.

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