Terni, omicidio Livi, Associazione Donne sarà in presidio davanti al tribunale
Associazione Donne Terni aggiunge: “La nostra società è impregnata di una cultura maschilista, che ci imprigiona tutti, donne e uomini, in ruoli stereotipati. Una cultura che nega l’unicità di ognuna di noi, il diritto delle donne di essere diverse, di essere ciò che siamo e vogliamo essere. È arrivato il momento di diffondere una nuova cultura del femminile e del maschile, di rispetto e valorizzazione della diversità. È il momento di realizzare reali pari opportunità, proporre nuovi linguaggi e una cultura del rispetto dei diritti, compreso il diritto ad una vita sessuale fondata sul piacere e la libertà di scelta e non sul sacrificio, il dolore e la dominanza”.
“Questo – prosegue il comunicato – è possibile solo se tutte e tutti insieme, donne, uomini e istituzioni ripudiamo questa cultura maschilista e patriarcale in cui nasce, matura e viene perpetrata la violenza contro le donne. Il femminicidio non è mai un raptus di follia: è l’atto finale e consapevole dell’esercizio di potere che l’uomo e la società esercitano sulla donna. Sentiamo il vuoto lasciato da Laura come quello lasciato da troppe altre donne vittime della violenza degli uomini”.
Secondo l’associazione “il contrasto alla violenza è un processo culturale che si basa e si attiva con azioni concrete di due tipi, la prevenzione e l’informazione. Invitiamo le istituzioni e gli enti a sostenere azioni educative e informative da attuare prima di tutto nelle scuole e in tutti gli spazi che abbiano finalità aggregative o educative e di diffondere capillarmente i contatti e la conoscenza dei servizi antiviolenza attivi sul territorio, in modo da arrivare a tutte le donne e metterle nella condizione di potervi accedere”.
“Chiediamo, per l’ennesima volta, che il Consiglio Regionale giunga all’approvazione della legge regionale sulle “Politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”, affinché si dia certezza ai finanziamenti dei servizi antiviolenza attivi nella nostra Regione ed anche affinché tutte le istituzioni a partire dai comuni fino ad arrivare alla Regione possano costituirsi parte civile ogni volta che si celebrano processi come quello del 22 luglio p.v.”.
Infine scrive Terni Donne: “Il femminicidio costituisce una profonda ferita per la società tutta. Nel momento in cui a una donna, nell’ambito di una relazione sentimentale, non viene riconosciuta la dignità di persona, ed in quanto tale viene fatta oggetto di violenza, fino alla morte, l’intera collettività è responsabile per l’eliminazione di quella cultura e di concezione distorta delle relazioni che ancora oggi minano l’autodeterminazione, la libertà e finanche la vita delle donne”.