Terni, secondo tributo a Chopin: improvvisi, polacche e marzurke di Joanna Trzeciak
Nata a Cracovia la Trzeciak, nel 2010, anno chopiniano ha ricevuto il Premio al Merito del Ministro della Cultura Polacco; la sua fama di pianista si è arricchita contribuendo ad una carriera artistica che le ha permesso di suonare al pianoforte in quasi tutti i paesi europei e poi, in Canada, Argentina, Brasile, Uruguay, Libano, Turchia, Egitto, Kazakistan, Israele. Una pianista che ha calcato palcoscenici importanti tra i quali l’Auditorium Verdi di Milano, il Rudolfinum di Praga, il Palacio Bolsa di Porto, l’Oratorio del Gonfalone di Roma, al De Singel di Antwerp, al Manasterly del Cairo, alle Yamaha Hall e Steinway Hall di New York, alle Philarmonic Hall di Baku e Sofia, al Gateway Theatre di Vancouver, al Teatro Diana di Napoli, al Teatro Sao Pedro di Porto Alegre, al Teatro Solis di Montevideo.
Joanna Trzeciak a Terni domenica 26 gennaio alle 17.30 presso l’Auditorium Gazzoli eseguirà un programma caratterizzato da alcune fra le più conosciute e amate scritte dal “poeta del Pianoforte”: Frederic Chopin. Avvierà il suo Recital percorrendo sulla tastiera le note musicali della Polacca op.26 n.2, un’opera maestosa scritta nel 1835 densa di partecipazione emotiva a seguito dell’invasione della sua Polonia da parte dei russi.
Di seguito poi i 4 Improvvisi che sono delle composizioni, relativamente brevi, di meravigliose finezze sonore e di forma naturale e delicata. A proposito di esse, il grande interprete chopiniano Alfred Cortot diceva che “la musica dovrebbe in qualche modo nascere sotto le dita dell’esecutore”.
La Barcarola op. 60 A proposito della quale il musicologo André Coeuroy ebbe a dire che la considerava la più “italiana” delle composizioni di Chopin, di un “italianismo” non tanto legato alle “formule operistiche e alle fioriture, ma alla vita del cuore”. Composta negli anni 1845 – 1846 Ravel, che l’amava particolarmente, parlò di “un tema leggero e delicato, costantemente vestito di melodie abbaglianti”.
La Trzeciak proseguirà il suo recital di Terni con la splendida Polacca op. 44, un’opera brillante, risuonante di accenti eroici ed energici. Secondo John Ogdon questa Polacca ha una “Goya-like intensity”, un’intensità goyesca. Il tema acquista la sua massima forza di suono attraverso una saltellante mano sinistra, un accompagnamento diviso tra le due mani e un’ornamentazione che si estende alle note basse e ai trilli. Una successione di scale frenetiche prepara il ritorno al ritmo della “polacca”.
Chiusa del concerto con l’esecuzione delle 4 Mazurke op. 68, un’opera scritta da Chopin in periodi diversi, basti pensare che la quarta Mazurca dell’opera n.68 sarà l’ultima composizione della sua vita. Ed è in questa che Chopin opera la sua estrema avventura cromatica passando dal fa minore al la maggiore, scrive una musica dall carattere molto doloroso ed espressivo. Nelle sue indicazioni l’autore indica: “senza fine”, suggerendo che il brano possa andare avanti all’infinito. Un ultimo estremo mistero a suggello della grandezza di Frederic Chopin.