Terni, ”Spacciatori non ammessi nei locali della movida”, campagna di Confcommercio e Fipe

All’ingresso dei locali del centro di Terni potrebbe presto comparire un cartello che recita: “Gli spacciatori non possono entrare”. E’ frutto di una campagna per la sicurezza lanciata da Confcommercio e Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi). Un’iniziativa che arriva dopo l’assurda morte di David Raggi, avvenuta nel cuore della movida ternana.

Spiega il presidente di Confcommercio Terni, Ivano Rulli, che “il primo obiettivo è quello di sensibilizzare i clienti e il pubblico in generale sulla attenzione diffusa alla legalità e alla sicurezza ed è in questo senso che è stato predisposto e distribuito ai pubblici esercizi associati” il cartello in questione. Secondo Rulli “occorre recuperare terreno prima di tutto sul piano della cultura della legalità, per questo anche l’esposizione di una semplice comunicazione come quella proposta è importante per tracciare una linea di confine tra la società civile e il crimine. Schierarsi, anche visivamente per la sicurezza e contro il crimine aiuta a sostenere le ragioni della categoria per una buona qualità della vita e per la crescita economica”.

Aggiunge il presidente di Confcommercio: “Gli operatori sanno bene che i fenomeni che vanno sotto il nome di ‘movida’ sono positivi, accettati dalla popolazione e costituiscono un elemento importante di rilancio economico e di vivibilità delle città, ma sanno bene anche che esiste un modo sbagliato di vivere la ‘movida’: atteggiamenti  anti sociali che generano degrado, abuso di alcol, consumo di sostanze stupefacenti ecc”.

“I gestori – aggiunge Rulli – svolgono quotidianamente il loro ruolo essendo di fatto anche presìdi di legalità ma non possono essere “abbandonati” dalle Istituzioni ed essere costretti a gestire da soli problemi di ordine pubblico e comportamenti criminali. Il cartello ha un fronte pensato per essere esposto sia in vetrina rivolto verso l’esterno del locale sia all’interno dello stesso e un retro da esporre solo all’interno per non confliggere con la normativa dell’imposta comunale sulla pubblicità”.

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