Terni, vescovo Piemontese: ”Offendere non è libertà, io non sono Charlie Hebdo”
Ha detto Piemontese: “Non si può scrivere tutto quello che ti viene in mente o che hai desiderio di dire, non è possibile. Questo non per un’autocensura, ma per quel rispetto che si deve avere nei confronti degli altri, dei sentimenti, della sensibilità degli altri”. Ha spiegato di non aver visto i disegni e le vignette del settimanale, ma ha sostenuto che “se quello che si scrive suona come un’offesa, un’offesa gratuita, io non sono Charlie Hebdo”. Secondo il vescovo, infatti, “la critica si può sempre fare e si deve fare, ma ci sono delle maniere gentili, delicate con le quali dire la verità, senza insultare, senza offendere i sentimenti degli altri”.
Ha detto ancora il vescovo di Terni: “Siamo contro la violenza sempre, anche quella che si esprime con parole gratuite e offende i sentimenti”. Pur condividendo la protesta contro la morte dei giornalisti del settimanale, non si sente di “condividere quel tipo di giornalismo. Non venite a dirmi che quella è espressione di libertà, quella non è libertà. E questo non solo perché offende i sentimenti religiosi, ma perché a volte si va oltre il buon gusto”.