Terni, volontari si offrono per manutenzione del Thyrus ma il Comune non risponde
LETTERA Questo il testo della lettera inviato il 26 gennaio 2015 dal Garden Club Terni all’assessore alla Cultura del Comune di Terni, Giorgio Armillei:
“Considerato che la scultura rappresentante il “Thyrus”, simbolo della nostra città, si trova spesso nascosta dalla vegetazione, l’Associazione Garden Club Terni propone all’amministrazione Comunale di stipulare un accordo che permetta all’associazione stessa di prendersene cura effettuando le azioni necessarie alla periodica potatura del verde che si trova nelle sue immediate vicinanze al fine di renderla visibile.
L’azione in oggetto sarà realizzata sotto forma di volontariato e non riguarderà le altre zone dello stesso giardino né di altre aree verdi della città di Terni.
Consapevoli che l’impegno volontario delle nostre socie renderà un servizio a tutti i cittadini ternani si resta in attesa di un cenno di riscontro”.
GARDEN CLUB E ITALIA NOSTRA La nota congiunta di Laura Chiari Bartolocci (Garden Club Terni) e Giuseppe Cassio (Italia Nostra Terni):
“L’impegno delle associazioni c’è. La disponibilità pure. Nella città impegnata ad agguantare l’ambito titolo di Capitale italiana della Cultura va ricordato che per raggiungere tali obiettivi sia basilare partire dalla valorizzazione delle proprie radici e quindi della propria identità. Ed è anche per questo che s’intende dare un sostegno forte e proficuo alla valorizzazione di un bene culturale fortemente simbolico come quello del Thyrus che invece giace da troppi anni nel completo abbandono.
Eppure, nonostante gli sforzi profusi da Italia Nostra per avviare un procedimento di valorizzazione della scultura e della fontana che la circonda – con tanto di individuazione e coinvolgimento mecenatizio di ASM Terni S.p.A. quale soggetto attuatore di un nuovo impianto idrico e di illuminazione artistica della stessa fontana –, non c’è stato nessun passo in avanti. Colpa della burocrazia o dell’immobilismo?
Sta di fatto che, vista la situazione di degrado dell’isolotto che fa da scenario al monumento, l’Associazione Garden Club, ha accolto con entusiasmo l’invito dell’assessorato alla Cultura ad adottare l’isolotto che circonda il Thyrus ed ha formulato la propria candidatura a tale scopo – condizione indispensabile anche per la migliore conservazione della statua – a titolo gratuito e continuativo. Spiace constatare che, ad oggi, a distanza di sette mesi circa, nessun cenno di risposta abbia fatto seguito a quella missiva firmata dalla Presidente dell’Associazione Garden Club Terni e consegnata all’Assessorato alla Cultura e ai Lavori Pubblici, con la quale si chiedeva all’amministrazione di metterla in condizione di poter operare su tale bene attraverso specifici accordi.
E così il misterioso simbolo della città nel suo contesto altamente evocativo, appare e scompare nell’abbandono. Un luogo del cuore per tanti ternani che attendono solo che i giardini di Lungonera – partendo proprio dal Thyrus – siano riqualificati con opportuni progetti tesi a valorizzare l’aspetto e le essenze esistenti come invece è avvenuto in altri parchi a cominciare da Cardeto interessato da opere a dir poco discutibili. Un luogo in cui le nuove generazioni possano conoscere la storia leggendaria di questo amato e temuto personaggio tratto dalla fantasia leggendaria della tradizione.
L’amministrazione pubblica quindi si interessi hic et nunc della fontana del Thyrus, riprenda in mano il progetto di valorizzazione della stessa, coinvolga i soggetti che attendono solo un’opera di coordinamento, si avvii il restauro della scultura quattrocentesca già appaltato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni (cfr. http://www.fondazionecarit.it/attivita/appalti) e contestualmente si metta in condizione il soggetto mecenate di poter rinnovare l’impianto idraulico e sistemare la nuova illuminazione artistica della fontana. Si recuperino infine le risorse per mettere in opera i lavori di manutenzione della vasca – anche attraverso l’individuazione di un ulteriore sponsor – e della recinzione circostante (unici oneri a carico della proprietà).
Un piccolo gesto di civiltà che vale molto, perché in ballo c’è l’identità di una comunità – dalle associazioni ai singoli cittadini – che chiede di essere ascoltata e messa nelle condizioni di collaborare fattivamente per il bene comune”.