Umbria in crisi, nel 2012 recessione acuita: in calo Pil, attività industriale, occupazione e credito
“La situazione – ha sottolineato il direttore della filiale di Perugia di Bankitalia, Antonio Carrubba – non è favorevole, vista la forte contrazione nell’economia umbra come di quella nazionale”. Come è stato spiegato durante l’illustrazione del rapporto, non ci sono in merito al Pil ancora dati Istat, ma solo le stime dell’istituto di ricerca Prometeia: queste dicono che il Pil umbro, misurato in termini reali, dopo due anni di lieve crescita è diminuito del 2,1%, “con livelli che non si vedevano dal 1999 e calato di più rispetto al centro Italia e all’Italia”.
Peggiorano anche i settori e le dinamiche che in Umbria in precedenza andavano meglio rispetto alla media italiana. Infatti, secondo i dati Bankitalia, la flessione ciclica si è estesa anche ai servizi, soprattutto nei comparti che più dipendono dai consumi interni, e il quadro occupazionale è peggiorato, soprattutto per i giovani e più che nella media nazionale.
Inoltre, si è ridotto anche il credito all’economia, con la qualità dei prestiti bancari che è peggiorata. “Una situazione – ha commentato Carrubba – destinata a continuare e si spera che a fine 2013 ci siano dei miglioramenti, soprattutto se funzionerà il meccanismo dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni”.
Nel 2012 le condizioni del mercato del lavoro sono peggiorate. L’occupazione in regione è scesa (-1,4 per cento) più che nella media nazionale. Il calo ha interessato soprattutto la componente maschile e le posizioni lavorative a tempo indeterminato. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni è nettamente aumentato. Il tasso di disoccupazione è cresciuto di quasi tre punti percentuali rispetto al 2011; l’aumento è stato più marcato per i giovani.
Segnali positivi arrivano per l’economia umbra solo dall’export, visto che la domanda estera ha continuato a fornire un impulso espansivo (le esportazioni regionali a prezzi correnti sono aumentate del 7,6%).