Un airbag per ciclisti: è in vendita il casco invisibile inventato da studentesse svedesi
La Swedish Road Administration voleva estendere la norma anche ai ciclisti adulti che però vedevano il casco più come una minaccia ed un intralcio che come un accessorio per viaggiare in sicurezza sulle due ruote. Da qui l’idea di un casco/non casco, ovvero una sorta di collare ergonomico che si indossa e si apre solo all’occorrenza grazie alla presenza di sensori, rimanendo invisibile e non invasivo in tutti gli altri casi. Sono disponibili delle cover in diversi colori così da poter essere abbinata agli indumenti indossati.
Un’idea ottima non basta: in Italia sarebbe probabilmente naufragata per mancanza di finanziamenti e affogata in un mare di burocrazia (insuperabile per due studenti). In Svezia invece il concept si è trasformato in un prodotto commerciale, grazie all’assegnazione di un fondo nell’ambito del concorso Innovationsbron ed alla collaborazione con la Alva Sweden, azienda specializzata nella produzione di airbag. Nel 2006 il prodotto ha vinto anche la Venture Cup e con i capitali in palio le due hanno fondato una loro compagnia: la Hövding Sverige AB che oggi dà lavoro a 16 persone.
Ci sono voluti 7 anni di lavoro, con il prezioso aiuto di uno specialista in traumi al cranio, per confrontare i movimenti più comuni di testa e corpo in caso incidenti con la normale andatura della bici e realizzare dei sensori ad hoc, capaci di attivare l’airbag in caso di anomalie. Oggi il casco-airbag è realtà: si può acquistare anche online ma il costo è decisamente proibitivo: il prezzo si aggira infatti sui 466 euro (su ebay si trova a 399 euro). Facile immaginare che ci vorrà ancora del tempo prima che i prezzi diventino accessibili e l’airbag per ciclisti si diffonda in massa.
A fine vita il collare si rispedisce alla fabbrica in Svezia che provvede a riciclarlo.
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