Università, sede di Medicina: Sel invita la Regione a garantire il rispetto dell’accordo siglato
Dopo la protesta messa in atto dagli stessi universitari lo scorso 29 marzo davanti alla nuova sede ora, in soccorso agli studenti, entra in campo Sel che, tramite il responsabile del gruppo Sanità, Francesco Fioriello, si esprime in merito alla vicenda invitando la Regione a far si che il patto siglato tra le istituzioni, i direttori delle aziende ospedaliere di Terni e Perugia e il rettore dell’Ateneo perugino venga onorato e portato a termine.
“Era stato siglato un accordo tra i vertici istituzionali regionali e comunali, i direttori generali delle aziende ospedaliere di Terni e Perugia e il rettore dell’Ateneo perugino – riferisce Fioriello – accordo che sanciva da un lato lo stanziamento di una cospicua quota di denaro pubblico a favore dell’università e, in contropartita, l’integrazione delle varie figure universitarie nelle attività assistenziali ma anche nelle attività didattiche di ricerca del polo ternano, utilizzando il nuovo edificio della facoltà di Medicina, edificio completato grazie agli stanziamenti della Regione, del Comune e della fondazione Carit”.
Il responsabile del gruppo prosegue puntando il dito contro il preside della facoltà di Medicina e denunciando come gli studenti si trovino a patire disagi in strutture non indonee: “Il preside della facoltà di Medicina – dice Fioriello – si era impegnato ad aprire la nuova sede universitaria entro il mese di marzo 2012. Fino ad ora questo non è accaduto e gli studenti continuano ad usufruire dei vecchi locali, dotati di spazi non sufficienti, con numerose lacune strutturali e con le attrezzature didattiche che giacciono ancora inscatolate nei locali della nuova sede. Noi di Sel – sottolinea il responsabile – ribadiamo ancora una volta la nostra posizione: due Asl e due aziende ospedaliere provinciali autonome, le cui attività dovrebbero essere coordinate dalla Regione. Chiediamo da parte dell’università l’impegno formale ad onorare il patto siglato e, qualora ciò non possa avvenire in tempi brevi, a rimettere in discussione la convenzione”.