I consumi di energia elettrica calano e con essi anche i ricavi di E.ON, uno dei più grandi gruppi energetici privati al mondo. Per far fronte alla crisi la multinazionale starebbe pensando ad un taglio del personale che potrebbe riguardare Terni: lo scrive stamattina Dante Ciliani del Messaggero. Il colosso tedesco ha siti produttivi in oltre 30 paesi ed uno di questi si trova in Valnerina, occupa una vasta area e vi sono impiegati 70 lavoratori. Circa altri 100 dipendenti sono impiegati a Terni in amministrazione, contabilità, ingegneria e servizi.
Un totale di circa 170 dipendenti che potrebbe essere tagliato del 30-35%. Sarebbero quindi a rischio oltre 50 posti di lavoro. A complicare le cose c’è il fatto che si tratta di tutti lavoratori lontani dal raggiungere i requisiti per la pensione per i quali si aprirebbe l’inferno della disoccupazione. Senza dimenticare inoltre che la fornitura di elettricità è fondamentale per una realtà industriale altamente “energivora” come l’Ast ed una riduzione dell’offerta energetica potrebbe comportare conseguenze sui costi di produzione e quindi sui livelli di produttività delle acciaierie.
A preoccupare è anche il silenzio dei vertici di E.ON con i quali i sindacati locali non riescono ad avere contatti. Pochi incontri anche tra la multinazionale ed i sindacati nazionali, l’ultimo dei quali avvenuto il 10 maggio, dal quale è emersa una situazione tutt’altro che positiva.
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