Continua ad esserci preoccupazione, espressa più volte in quest’ultimo periodo dai sindacati di categoria, sulle sorti dello stabilimento produttivo Tk-Ast di Terni. Negli ultimi giorni è emerso che per la sopravvivenza del sito ternano gli stabilimenti di viale Brin dovranno riuscire a centrare un risparmio di circa 60 milioni di euro entro il 2013 per poter così rientrare nel piano industriale di Outokumpu.
Il tutto in un quadro generale pieno di ombre. Crisi economica mondiale, costo delle materie prime aumentate, scarsi ordinativi, hanno infatti portato ad avere nell’anno fiscale in corso, prossimo alla scadenza, una perdita media mensile di fatturato di circa 8-10 milioni di euro, come riferisce Andrea Giuli del Giornale dell’Umbria. Dati ancora non ufficiali visto che bisognerà attendere gli importi effettivi dell’utile d’esercizio che, comunque, non fanno presagire una situazione di bilancio tranquilla. Del resto, anche da quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Tk-Ast Terni, Marco Pucci, i prossimi mesi per il sito produttivo ternano “saranno di fuoco”.
Ad aggiungere incognite e preoccupazioni c’è anche un’altra questione emersa nei giorni scorsi. Nel piano industriale di fusione di Outokumpu, era prevista la chiusura dei siti produttivi tedeschi di Krefeld e Bochum a favore di quello ternano. Ora, invece, i sindacati tedeschi e la dirigenza dello stabilimento di Bochum, si stanno adoperando per ridurre il costo di produzione, proprio per evitare una sua chiusura. Se così fosse, cambierebbe la posizione di privilegio che inizialmente aveva l’Ast nel piano industriale finlandese e il quantitativo di produzione previsto per gli stabilimenti di viale Brin sarebbe rivisto al ribasso. Infine va ricordato che l’antitrust europeo deve ancora esprimersi e dare il suo benestare per la fusione tra Inoxum e Outokumpu.