Lunedì si vota soppressione figura direttore generale: Di Girolamo difende Tarquini, opposizione lo attacca

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Lunedì sarà il giorno della verità per il direttore generale del Comune di Terni, Aldo Tarquini. In Consiglio comunale, tra i vari emendamenti al bilancio, ne sarà votato uno che chiede la soppressione della figura che ricopre e un altro che chiede  la diminuzione del 50% del suo stipendio. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo è già sceso in campo più volte per difendere il proprio dirigente. Anche ieri il primo cittadino al Giornale dell’Umbria ha affidato parole di monito nei confronti dei consiglieri comunali: “E’ stato un errore ammettere gli emendamenti, chi li voterà se ne assumerà la responsabilità giuridica e politica”. Il rischio per Di Girolamo è che le sue indicazioni possano venire clamorosamente disattese per la seconda volta dopo quella su Atc servizi (www.ternioggi.itpassa-atto-di-indirizzo-su-parcheggi-udc-e-lb-pessima-figura-del-sindaco-un-peppone-di-provincia).

In attesa del voto, sulla vicenda legata al direttore generale – che percepisce uno stipendio che si avvicina ai 100 mila euro l’anno – l’opposizione  si chiede se “Di Girolamo è Tarquini dipendente”. In un comunicato congiunto Lista Baldassarre, Udc e Terni Oltre criticano duramente l’operato del dirigente ricordando alcuni fatti controversi. Il comunicato integrale:

“Il Sindaco minaccia addirittura i consiglieri comunali di conseguenze giuridiche se si permetteranno di votare lunedi gli atti sul Direttore Generale. Quando si parla di Tarquini Di Girolamo perde la testa quando troppi conflitti di interesse consiglierebbero al primo cittadino prudenza e soprattutto un rinnovamento serio della politica a Terni.

Chiunque ha una minima conoscenza di vicende istituzionali rimane allibito da alcune posizioni del Sindaco che sta dimostrando, oltre ogni limite, di essere tutt’altro che un uomo che guarda avanti. E’ viceversa legato mani e piedi al passato ed a vicende di potere vero, che qui a Terni mostra aspetti inquietanti. Infatti, al di là delle parole di circostanza i comportamenti concreti sono quelli che contano e fanno la differenza.

Sulla difesa ad oltranza degli interessi del Direttore Generale, Di Girolamo supera se stesso.Dichiara addirittura che hanno sbagliato il Presidente del Consiglio Finocchio ed il Segretario Generale Aronica ad ammettere gli atti presentati da alcuni consiglieri, lancia minacce larvate quanto strane ai consiglieri che si permetteranno di votarli parlando di “conseguenze giuridiche” oltre che politiche per asservirli ai propri desiderata.

Rassicuriamo tutti che responsabilità giuridiche non ci sarebbero in ogni caso, per il fatto che chiedere la soppressione di una figura apicale (che per altro è opzionale) o pretenderne la riduzione dello stipendio rappresentano un esercizio legittimo e pienamente ammissibile dei poteri di emendare il bilancio.

La verità è che il Sindaco mette plasticamentre il suo corpo a difesa della posizione di Tarquini e della sua retribuzione, ponendo così lui stesso un problema politico pesante come un macigno. Chi a cuore l’interesse della città dovrebbe invece sottoscrivere gli emendamenti proposti.

Perché tutto questo? Forse quando lo ha nominato non conosceva le vicende che lo riguardano?Tarquini, l’uomo ombra di trent’anni di Urbanistica, con molti casi delicatissimi su cui la magistratura dovrebbe finalmente indagare: dall’ex Convento delle Orsoline alla ex Caserma dei Carabinieri di Via Romagnosi, due vicende spinosissime su cui il Tribunale Amministrativo dell’Umbria ha dato pesantemente torto alla sua gestione dell’Urbanistica e dell’Edilizia.

Ma altre vicende sono tutt’altro che limpide e trasparenti come il caso Edilstart, in cui il Comune ha ceduto, senza gara, il più bel terreno di proprietà, ad un privato per quella che è una vera e propria speculazione edilizia milionaria.

C’è poi l’altra vicenda relativa alla Multisala, di cui era co-proprietaria l’Assessore Berrettini, moglie dell’Assessore Regionale Gianluca Rossi e della stessa moglie di Tarquini, su cui è stato presentato ufficialmente da un’ex consigliera comunale di sinistra un esposto alla Procura della Repubblica. Basta leggere quel testo per rendersi conto dei misteri cheregnano a Palazzo né ci risulta che gli accusati abbiano sporto querela per falso nei confronti della loro accusatrice.

Ma anche la pratica relativa a Corso del Popolo, in cui Tarquini ha mantenuto se stesso come Responsabile Unico del Procedimento, nonostante sia andato in pensione, presenta aspetti di non facile comprensione.

Di fronte a questa pletora di dubbi, appoggeremo l’atto presentato da una parte dello stesso PD per dimezzare a Tarquini l’indennità che percepisce (il cui costo grava sul bilancio comunale con una cifra a cinque zeri), ma inviteremo per coerenza a votare anche il nostro atto di indirizzo che prevede un rinnovamento serio della macchina comunale con la soppressione di tale figura, accorpandola a quella di Segretario Generale come era in passato.

Ci auguriamo che in questo caso il Sindaco rifletta e venga a più miti consigli non alzando cortine di ferro su atti che dovrebbe, nell’interesse della città, solo condividere”.

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