Si è stabilizzato a quota 22.053 (-53 rispetto al 2011) il numero delle imprese della provincia di Terni, grazie soprattutto al contributo dato da imprenditori stranieri e donne. E’ quanto si osserva da un’elaborazione della Camera di commercio di Terni su dati del registro imprese e Infocamere relativi al 2012 che mette in luce anche un calo di occupati nelle imprese.
Dai dati emerge come rimanga forte la quota legata al settore dell’agricoltura e delle attività connesse: sono il 18,7% di tutte le imprese ternane. A spiccare è però il commercio, settore nel quale opera il 27,7% delle aziende. Numeri negativi vengono registrati in merito agli addetti alle imprese, che diminuiscono dell’1,5% in un anno, secondo gli ultimi dati disponibili aggiornati al 30 settembre 2012 (elaborazione dati Inps su dati Registro Imprese). Il settore più in difficoltà è quello delle costruzioni che tra il 30 settembre 2011 e il 30 settembre ha perso il 12,4% dei lavoratori dipendenti, mentre il settore trainante è il turismo (+10,1%).
A caratterizzare fortemente la provincia è la presenza delle imprese femminili: al 31 dicembre risultano iscritte al Registro dell’ente camerale un totale di 5.787 imprese. Le imprese femminili contano infatti più a Terni che in Italia (27,8% contro il 23,6% registrato a livello nazionale) con picchi nell’agricoltura (35,7%), nel turismo (34,8%) e nel commercio (31,2%). Per quanto riguarda gli stranieri, le imprese guidate da cittadini non italiani crescono tra il 2011 e il 2012 e raggiungono quota 1.337 (erano 1.263 al 31 dicembre 2011), rappresentando a livello percentuale il 6,4% del totale. Scende, invece, il contributo dei giovani al rafforzamento del sistema imprenditoriale provinciale. Diminuiscono infatti rispetto al 2011 le imprese giovanili registrate (in cui la partecipazione di persone under 35 risulta superiore al 50%): se nel 2011 erano 2.226, a dicembre 2012 risultano 2.191.
Infine il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese che si sono iscritte nel 2009, in piena crisi economica, a distanza di tre anni dall’iscrizione è del 70,1%, un dato in linea con la media regionale (70,9%). “L’ente camerale ha rafforzato le attività di analisi dei fenomeni economici locali e delle tendenze regionali – spiega il presidente della Camera di commercio, Enrico Cipiccia – nel periodo di crisi strutturale che stiamo attraversando studiare con maggiore profondità il territorio, significa monitorare l’evoluzione dell’esistente e poter contare su una base certa di informazioni utili a orientare scelte e strategie di carattere politico e amministrativo”.