In questi giorni il Partito Democratico locale è in fibrillazione: c’è da scegliere il nuovo assessore nella Giunta regionale dopo che Gianluca Rossi, eletto al Senato, ha lasciato il posto vuoto. Mentre esponenti del Pd cercano di comporre difficili incastri (l’ipotesi attuale vede Paparelli in Regione, Bigaroni in Provincia di Terni al posto di Paparelli, un mini rimpasto in Comune di Terni per sostituire Fabbri, il tutto complicato dall’avviso di garanzia ricevuto da Bigaroni per una vicenda legata alla diocesi di Terni), c’è chi propone, non solo di non sostituire gli assessori uscenti, ma di ridurre ancor di più il loro numero per destinare le stesse risorse alla creazione di posti di lavoro per giovani disoccupati.
Per Uil di Terni, “complessivamente tra Regione, Provincia di Terni e Comune di Terni si potrebbero da subito ridurre ben 7 assessorati pur garantendo di sicuro la democrazia e l’efficienza, la rappresentatività di genere e quella territoriale e rimanendo nel pieno rispetto della legge e degli statuti. Con un risparmio complessivo in termini economici che, a tenerci bassi, si può quantificare in circa 1.200.000 euro all’anno. Risparmio che per la piccola Umbria è particolarmente significativo. Con un milione e 200 mila euro all’anno si potrebbero far lavorare, con vantaggio dunque anche per l’efficienza dei servizi, ben 60 giovani disoccupati”.
In un comunicato il sindacato ritiene che “invece di procedere alle sostituzioni si dovrebbe cogliere l’occasione per una riduzione del numero degli assessori, pur garantendo la presenza ternana nella Giunta regionale e quella femminile in quella del Comune di Terni. Certo il personale di supporto non verrebbe licenziato ma utilizzato altrimenti e ciò comporterebbe comunque a cascata un reale risparmio. Ridurre poi il numero degli assessori significa ridurre il numero degli assessorati e quindi autisti, segretarie, staff, telefoni, collaboratori, ecc..”.
Uil continua spiegando che “il numero massimo degli assessori è stabilito dalla legge mentre il minimo è definito dei rispettivi Statuti. In tutti e tre casi si può procedere ad una riduzione dei componenti di Giunta e, ci si potrebbe anche scommettere, nessun danno ne avrebbero i cittadini in quanto a funzionalità dei servizi ed efficienza. Anzi.
Per quanto riguarda la Regione dell’Umbria “dove si parla con insistenza della sostituzione del neo senatore, oltre al Presidente attualmente ci sono 8 assessori. Ridurre due assessori, portandoli a 6, sarebbe una scelta che potrebbe risultare persino sin troppo moderata. Ma noi ci accontentiamo. Ridurre di due gli assessori, significa ridurre due assessorati redistribuendo le deleghe. Quindi nel risparmio dobbiamo considerare non solo le indennità, ma anche il costo degli autisti, dello staff, degli addetti alla segreteria, degli uffici, dei telefoni, delle spese, ecc… Eliminando due assessorati avremmo complessivamente un risparmio che si aggira tra gli 800 mila e i 900 mila euro all’anno”.
Per la Uil anche la Provincia di Terni potrebbe tagliare due assessorati: “Lo Statuto all’art. 26 stabilisce che gli assessori (oltre il Presidente) non possono essere meno di sei. Qualcuno ricorderà che ai tempi del Presidente Molè erano anche meno e le cose non andavano peggio. Oggi gli assessori sono 8, quindi potremmo eliminare due assessorati. Il risparmio sarebbe di certo superiore ai 160.000 euro all’anno”.
“Per quanto riguarda il Comune di Terni – scrive il sindacato – dobbiamo far riferimento all’art.41 dello Statuto che stabilisce il numero minimo di assessori. Invece di sostituire l’ex assessore Fabbri, potremmo ridurne altri due. Quindi tre assessorati in meno con un risparmio di circa 200.000 euro”.
Infine la Uil fa presente la propria determinatezza nel conseguire il taglio delle spese: “Questa non è una ipotesi, ma una concreta e pressante richiesta che siamo intenzionati a sostenere con ogni sforzo”.