Continua a dominare l’incertezza sul futuro delle acciaierie di Terni: uno scenario destinato a durare fino a quando Outokumpu non porterà a termine le trattative (di cui non si sa quasi nulla) completando la vendita. Nel frattempo questa mattina è ripreso il confronto tra sindacati e vertici Ast. I rappresentanti di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Fismic e Ugl hanno incontrato l’amministratore delegato dell’acciaieria Marco Pucci per fare il punto sulla situazione attuale, in previsione della ripresa produttiva di settembre. Il tema caldo è ovviamente quello che riguarda i livelli occupazionali con l’azienda che, in ottica di riduzione dei costi, ha intenzione di ridurre e riorganizzare l’organico.
Dopo avere sottolineato alcune criticità “sia dal punto di vista generale che di gestione del quotidiano”, i sindacati hanno deciso insieme all’ad di programmare, per i primi giorni di settembre, un ulteriore incontro “per calendarizzare ed iniziare a discutere tutte le questioni che devono essere necessariamente affrontate da qui alla fine dell’anno”. Tra i punti al centro della discussione, in particolare ci sarà quello della riorganizzazione e razionalizzazione del personale annunciate dall’azienda, con la mobilità incentivata per circa 120 lavoratori. Su questo le organizzazioni sindacali hanno già espresso contrarietà.
“Dal punto di vista generale – spiegano i sindacati in una nota – si è ribadita la convergenza di obiettivi in merito alla vendita Ast, come sempre fatto fino ad oggi, con la necessità di stabilire i tempi e modi dell’attuazione del percorso”. Allo stesso tempo, spiegano ancora le organizzazioni “si è ritenuto necessario ribadire la necessità di una interlocuzione più serrata rispetto alla gestione corrente propedeutica a supportare il progetto generale”.
“Ci aspetta un periodo carico e intenso di appuntamenti – scrivono i sindacati – durante il quale le relazioni industriali debbono essere messe in atto con la massima determinazione e trasparenza perché in gioco c’è il futuro dello stabilimento di Terni, delle sue produzioni e di conseguenza di tutte le maestranze. E’ il momento di giocare un ruolo propositivo, ognuno per le proprie competenze e ambiti di lavoro, conoscendo il perdurare delle difficoltà macroeconomiche”.