Secondo l’articolo 14 del decreto legislativo numero 33 del 14 marzo 2013, relativo al principio generale di trasparenza, e la legge numero 441 del 5 luglio 1982, chi assume cariche elettive nelle pubbliche amministrazione, è obbligato a portare a conoscenza della comunità i propri redditi. In virtù di ciò, in queste ore, i dipendenti del Comune di Terni stanno consegnando ai consiglieri comunali i moduli per l’aggiornamento dei propri redditi. Un obbligo previsto oltre che dalle leggi nazionali, anche da un regolamento comunale.
Il consigliere comunale dell’Udc Enrico Melasecche oggi denuncia che quanto previsto dalle varie normative, però, non viene attuato dal sindaco, Leopoldo Di Girolamo, e da alcuni assessori. Nel sito del Comune non c’è traccia dei redditi relativi alle cariche politiche citate dal consigliere. “Signor Sindaco – scrive Melasecche – lei fa bella figura nel rinunciare a parte della sua indennità ma ciò non basta, perché le regole come giustamente sostiene Epifani nei confronti di Berlusconi, sono uguali per tutti e lei deve rispettarle come deve farlo qualsiasi pubblico amministratore”.
Il comunicato del consigliere Enrico Melasecche:
“In queste ore i dipendenti comunali consegnano ai consiglieri comunali i moduli per presentare l’aggiornamento dei propri redditi come prevede da anni una legge nazionale ma prima ancora l’opportunità politica, come prevede da molti mesi un apposito regolamento del Comune. Sono fra l’altro previste sanzioni pesantissime nei confronti dei ritardatari.
Basta però andare sul sito del Comune alla pagina dedicata e si scopre che a palazzo Spada la trasparenza è virtù imposta ai consiglieri comunali ma ben poco praticata dal primo cittadino e da alcuni suoi assessori. Qualsiasi ternano voglia conoscere infatti quanto guadagna Di Girolamo e signora, quale patrimonio abbiano, quali azioni, quote di società ecc.., ed apre il sito del Comune, rimane con un palmo di naso.
Signor Sindaco, lei fa bella figura nel rinunciare a parte della sua indennità ma ciò non basta, perché le regole come giustamente sostiene Epifani nei confronti di Berlusconi, sono uguali per tutti e lei deve rispettarle come deve farlo qualsiasi pubblico amministratore. Non ci dica che lei ha fornito da mesi tutti i documenti ma qualche solerte suo dirigente, magari nell’intento di farle cosa gradita, si è scordato, guarda caso di pubblicarli.
Non solo, poiché sono previste sanzioni pesantissime nei confronti dei trasgressori, se lei è tale (visto che la norma è operativa da mesi e da mesi i suoi redditi non vengono misteriosamente pubblicati) può cortesemente spiegarci le ragioni di cotanta omissione? Chi, quanto e come verranno pagate le pesantissime sanzioni? I normali cittadini sono stati costretti a pagare decine di migliaia di multe comminate dal Comune per fare cassa con gli autovelox di viale dello Stadio e di via Alfonsine.
Non ritiene lei di dover dare l’esempio? Sbaglio o mancano anche le dichiarazioni di suoi assessori di Rifondazione Comunista, Italia dei Valori e Pd? Come mancano le dichiarazioni, non obbligatorie ma quanto mai politicamente opportune, delle compagne o mogli di altri assessori. Non crede che la cosa sia degna della sua attenzione? Attendiamo da lei non chiacchiere ma documenti, importi e date precise, unitamente a risposte convincenti”.