E.On lascia l’Italia, Brega: ”Tutelare il sito ternano, i livelli occupazionali e rilanciare idroelettrico”

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Eros BregaFino a qualche giorno fa erano soltanto indiscrezioni, ieri c’erano stati parziali riscontri ed oggi dal presidente del Consiglio regionale Eros Brega arriva la conferma: la multinazionale E.On lascerà presto l’Italia. Di conseguenza saranno ceduti anche gli impianti di proprietà del colosso tedesco situati in Valnerina: si apre così uno scenario incerto che può nascondere insidie per i lavoratori. A Terni con E.On sono complessivamente impiegate circa 170 persone.

“Sto seguendo la vicenda con particolare attenzione – fa sapere Brega – considerando l’importanza della presenza di E.On nel Ternano, ho verificato le notizie della vendita che sono apparse sui quotidiani locali e nazionali e ho avuto, personalmente, la conferma dei tempi: entro marzo è prevista la presentazione delle manifestazioni di interesse, le offerte vincolanti in primavera per arrivare entro l’estate alla cessione degli impianti. In questo passaggio delicato – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – occorre evitare lo smembramento del patrimonio produttivo e occupazione che impoverirebbe tutti, e in particolare Terni, dove la crisi in atto sta investendo i più importanti e significativi siti produttivi e dove si è ancora in attesa di capire quali saranno le sorti della Tk Ast. Terni, tra l’altro, – aggiunge Brega – ha una sua naturale e ‘storica’ vocazione verso il settore idroelettrico e quindi avrebbe le carte in regola per candidarsi a leader e capofila di un progetto di sviluppo e di crescita in questo campo, all’interno di prospettiva quanto meno nazionale”.

Per Brega le priorità sono “evitare lo spezzatino, tutelare il sito ternano con i suoi livelli occupazionali e assicurare un progetto complessivo e solido di rilancio e sviluppo dell’idroelettrico. In tale contesto – conclude il presidente del Consiglio regionale – assicuro la mia vigilanza e il mio impegno affinché i soggetti coinvolti nell’operazione facciano una scelta in questa direzione privilegiando, quindi, quelle offerte che, tutelando in primis i livelli occupazionali, offrano una solida e complessiva prospettiva di crescita e di sviluppo almeno nazionale”.

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