L’Umbria si conferma al quattordicesimo posto nella classifica della produzione di vino in Italia con una superficie vitata che raggiunge i 17.950 ettari. Perugia detiene la più grande area coltivata con 10.950 ettari, contro i 7 mila della provincia di Terni. La produzione nell’ultimo anno è calata del 26% e nella stessa percentuale sono calati i vini a denominazione, prolungando il periodo di crisi della viticoltura umbra che dura dal 2009. E’ quanto emerge dall’analisi della viticoltura umbra realizzata in occasione del Convegno espositivo Viticoltura-Enologia di Padova, in programma il prossimo 12 dicembre.
Il “Cuore verde d’Italia” si conferma la quattordicesima regione per la produzione di vino in Italia dall’analisi delle vendemmie degli ultimi 5 anni con un valore medio produttivo di 840 mila piazzandosi appena dopo le Marche che la precedono a 847.800 ettolitri. Variegata l’offerta vinicola umbra in termini di qualità, con i vini IGT al 40,25%, i DOC/DOCG al 33,75% e i vini da tavola al 26%. Per quanto riguarda invece la colorazione, stabile è da anni l’equilibrio tra vini rossi al 52% contro il 48% dei bianchi. I vini di qualità sono caratterizzati dalla netta predominanza della DOC Orvieto che rappresenta il 55% della produzione, nonostante il calo dell’ultimo anno abbia portato questo vino ai livelli più bassi dal 2008. Al secondo posto è il gruppo Montefalco, con il Montefalco che pesa per l’11% e il Montefalco sagrantino per il 6%. Terzo vino è invece il Trasimeno al 7%, mentre il Todi è l’ultima DOC importante regionale al 5%.
La vendemmia del 2013 purtroppo non segna un cambio di direzione per la viticoltura umbra. Le viti della regione hanno sofferto in estate l’attacco virulento di forze patogene e a settembre hanno dovuto fare il conto con massicce precipitazioni, a carattere spesso di grandine nei territori dell’Orvietano e di Montefalco. La riduzione in alcuni punti dell’Orvietano è compresa tra il 15 e il 35%. Anche il Sagrantino ha visto una perdita del 30%. Per questa situazione, la produzione finale di vino è data in calo del 20% rispetto al 2012 secondo Assoenologi e del 3% secondo le previsioni Ismea e Unione Italiana Vini, per un dato finale che può variare quindi tra 509.600 ettolitri e 618.000 ettolitri. Dal punto di vista delle imprese, il settore vinicolo umbro ha visto una notevole riduzione delle aziende sul territorio che, secondo gli ultimi dati ISTAT, si sono dimezzate passando da 23.950 a 11.156 con una superficie vitata a disposizione per singola azienda che quasi raddoppiano, da 0,6 a 1,1ettolitri, rispetto a una media nazionale di 1,6.
“Il settore vitivinicolo dell’Umbria vive una fase di sofferenza e deve affrontare il cambiamento della filiera – ha commentato Costanza Fregoni, coordinatore tecnico dell’evento – sia in risposta a un contesto normativo sempre più complesso e a un mercato sempre più competitivo, sia in virtù della rapida e continua evoluzione di tecniche e tecnologie applicabili in vigneto e in cantina. Il prossimo Convegno Espositivo Viticoltura Enologia di Padova, in programma il 12 dicembre, mette a disposizione a tutti gli operatori del settore una giornata di relazioni tenute da docenti universitari, ricercatori ed esperti del settore per ricevere l’adeguato aggiornamento tecnico sulle sfide che oggi pone il mercato come la sostenibilità, l’internazionalizzazione e la protezione della territorialità del prodotto. Un appuntamento di particolare importanza ed interesse per il mondo vitivinicolo italiano come è attestato dalla presenza ufficiale dell’OIV, (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e dal patrocinio di numerosi consorzi di tutela”.