A Terni non solo non ci sono segnali di ripresa ma la crisi non è ancora finita e non è possibile dire quando finirà. E’ quanto sostiene la Cgil ternana che questa mattina ha tenuto la conferenza di fine anno. In sintesi, secondo il sindacato la Provincia di Terni è al centro di un processo involutivo che purtroppo non ha ancora concluso la sua fase discendente, non si è ancora toccato il fondo. Il 2014 si è inoltre aperto con un’eredità pesante di crisi aziendali e vertenze aperte che dovranno necessariamente trovare soluzione nel corso dell’anno, per evitare un ulteriore impoverimento del territorio e del suo tessuto produttivo.
Proposte. La Cgil di Terni, a fronte di un’analisi impietosamente oggettiva, torna a chiedere il riconoscimento dell’area di crisi complessa “che garantirebbe al territorio una strumentazione finanziaria indispensabile per invertire la tendenza in atto”. Come è noto, questa proposta trova il favore di larga parte del Partito Democratico (con il senatore Gianluca Rossi in prima fila) mentre il presidente di Confindustria Terni è contrario. La Cgil chiede inoltre un ruolo più attivo delle Fondazioni bancarie, a sostegno della ripresa, dell’innovazione e dello sviluppo del territorio con la Fondazione Carit che dovrebbe garantire “maggiori sforzi non solo nel sostegno alla cultura, ma anche alla ricerca e nello sviluppo, modificando, sulla base dell’interesse generale, il proprio statuto”.
A proposito di queste proposte, in particolare della richiesta di riconoscimento di crisi di area complessa (di cui si è ampiamente parlato del convegno del 10 gennaio scorso organizzato dal Pd) il segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, aprendo la conferenza ha affermato: “Notiamo che le nostre proposte, lanciate a dire il vero in grande solitudine, stanno man mano incontrando attenzione crescente e questo non può che farci piacere”.
Vertenze. Il discorso di Romanelli è poi ovviamente approdato sulle vertenze, dalla chimica (Sgl Carbon e Polo ternano), alle acque minerali (San Gemini e Tione) e al nodo dell’Isrim su cui è stato affermato: “Se sosteniamo la centralità della ricerca, poi non possiamo pensare che un istituto come questo chiuda o venga liquidato”. Per quanto riguarda l’Ast, la Cgil chiede due cose: chiarezza negli assetti proprietari e un piano industriale che qualifichi l’unitarietà del sito e rilanci Terni (soprattutto nella produzione del freddo) come stabilimento centrale per la produzione di acciai speciali in Italia e in Europa. In quest’ottica, decisivo diventa anche l’impegno per lo sviluppo di verticalizzazioni e sinergie (compresa quella con Sgl Carbon) che diano sfogo alle grandi potenzialità inespresse del territorio ternano. “Ecco qui tornare centrale – ha osservato ancora Romanelli – la necessità di una strumentazione finanziaria adeguata a sostegno di questo processo e quindi il riconoscimento di Terni-Narni come area di crisi industriale complessa”.
Appalti Ast. Ha poi trovato spazio la questione degli appalti nei grandi gruppi industriali con Romanelli che è tornato a ribadire: “La vicenda dei lavoratori della Rigato non va letta come un caso isolato, ma è al contrario un esempio di come i rapporti nel sistema degli appalti in Ast e in altre multinazionali possono degenerare. Per questo abbiamo chiesto al prefetto di arrivare alla stesura di un protocollo sugli appalti che metta fine al sistema del massimo ribasso e garantisca la continuità occupazionale a chi lavora nel sistema degli appalti”.
Dati negativi. La seconda parte della conferenza stampa è stata poi dedicata alla lettura dei negativi dati su cassa integrazione e andamento occupazionale, snocciolati da Alessandro Rampiconi della segreteria provinciale della Camera del Lavoro. Secondo i numeri forniti dai Centri per l’impiego, tra gennaio e settembre ci sono state 21.944 assunzioni, il 10,4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. La flessione è stata più evidente per i contratti di lavoro autonomo o subordinato (-16,1%), mentre è stata del 9,6 per gli avviamenti di lavoro dipendente. Sempre al 30 settembre erano iscritte agli elenchi del Centri per l’impiego 31.511 persone, l’11% in più rispetto a un anno prima. Un vero esercito di persone alla ricerca di un posto di lavoro.
Over 40. “La cosa preoccupante – ha detto il segretario provinciale Cgil, Attilio Romanelli – è che oltre il 50% è composto da over 40, persone non più giovani frutto di espulsioni dal mondo del lavoro”. Sono state infatti 1.154 le imprese che hanno cessato l’attività nel 2013, a fronte di 1.103 che l’hanno invece avviata (-51 il saldo). Dai dati relativi alla cassa integrazione emerge invece che a crescere è stata in particolare quella ordinaria (1.039.948 ore, +16,46%), un dato dovuto, secondo la Cgil, alle aziende più strutturate che ricominciano ad usufruirne. Scendono di quasi il 10%, invece, nonostante il picco di giugno (+527%) le ore di cassa integrazione straordinaria, e del 69,7% quella in deroga, dati che invece confermerebbero gli esuberi dovuti a ristrutturazioni o chiusure.
Congresso Cgil. Intanto in casa Cgil è iniziato il percorso congressuale che, per quanto riguarda la provincia di Terni, culminerà nel congresso provinciale in programma – come ha riferito il responsabile dell’organizzazione della Cgil di Terni, Andrea Farinelli – il 13 e 14 marzo presso Valle Antica a San Gemini.